FONTE: Avvenire.it, 20/11/2024
Pubblichiamo parti dell’intervista, inedita in italiano, raccolta nel 1983 dal Passauer Bistumsblatt col cardinale Joseph Ratzinger, allora prefetto della Congregazione per la Dottrina della fede, e dedicata all’Anno santo della Redenzione proclamato da Giovanni Paolo II per il 1950° della morte e resurrezione di Gesù. Il testo fa parte di In dialogo con il proprio tempo (Libreria Editrice Vaticana), il nuovo volume, suddiviso in tre tomi per un totale di 1.688 pagine, dell’Opera Omnia di Joseph Ratzinger-Benedetto XVI, in corso di pubblicazione per Lev.
Il volume raccoglie tutti i libri-intervista firmati dal cardinale Ratzinger-Benedetto XVI, così come tutte le sue interviste ai più diversi mezzi di comunicazione, da quando era teologo e docente negli anni ’60 fino al papato, e sarà in libreria dal 25 novembre. Il volume, curato da Pietro Luca Azzaro e Lorenzo Cappelletti, verrà presentato lil 21 novembre alle 17 alla Lumsa di Roma (via di Porta Castello 44).
"Il senso e lo scopo dell’Anno santo non sono di fare notizia sui giornali. Sicuramente l’Anno santo non può essere celebrato nel modo in cui si manifesta la gioia – peraltro del tutto legittimamente – per una vittoria calcistica. L’Anno santo s’indirizza a dimensioni più nascoste dell’uomo e che tuttavia sono quelle centrali per la sua vita nel suo complesso. In ultima analisi si tratta della questione della redenzione, vale a dire della questione di ciò in cui consiste l’umano: come deve diventare la vita perché io possa essere felice di essa?
La questione se sia poi un bene essere uomo s’impone sempre più, e proprio in un tempo in cui la paura per il futuro provoca la domanda se – anche solo fra trent’anni – si potrà ancora essere felici di essere uomini. In questo senso l’Anno santo tocca senz’altro, dunque, il nocciolo del sentimento dell’esistenza, della paura esistenziale e anche delle speranze di questo tempo. Si tratta in primo luogo di dire che la redenzione c’è; la prima parola dell’Anno santo – credo – è innanzitutto redenzione, e poi penitenza. E redenzione nel presente, non solo nel futuro.
Sarebbe uno sbaglio se, al contrario, si trasponesse la redenzione nel passato e si dicesse che è accaduta 1950 anni fa. Bisogna invece dire che con quello che allora è accaduto è stato posto in essere un presente che permane e che continua a generare speranza. C’è una risposta al nostro domandare. Non siamo dimenticati. Un amore indistruttibile ci attende e ci dischiude il futuro" . ... CONTINUA QUI