Come ogni anno l’ufficio della pastorale dei migranti di Porto-Santa Rufina assieme ai referenti, religiosi e laici, delle comunità etniche ha incontrato il vescovo Gianrico Ruzza e don Federico Tartaglia, delegato per le missioni, l’ecumenismo, il dialogo interreligioso e i migranti, per una condivisione delle iniziative.
Presente il medesimo ufficio di Civitavecchia-Tarquinia, con la responsabile suor Chiara Mihaela Albu e un referente laico, in vista della Giornata mondiale del migrante e del rifugiato, che domenica prossima celebreranno assieme le due Chiese sorelle. Tra i gruppi etnici convenuti il 12 settembre nella curia de La Storta c’erano le comunità polacca, nigeriana, romena di rito latino e di rito grecocattolico o bizantino e srilankese. Non sono riusciti a venire i rappresentati delle comunità filippina, ucraina e slovacca.
Nella prima parte c’è stato un dialogo con i responsabili e il vescovo. Chi scrive ha raccontato degli incontri avuti con le comunità e nelle iniziative civili riguardo ai migranti per ragionare su una pastorale, che non sia solo di eventi, ma di processi condivisi con le strutture ecclesiali e civili. Il percorso continua in questa direzione con la costituzione di un’équipe per approfondire il fenomeno migratorio nel territorio e favorire una rete di animazione di accoglienza, accompagnamento, promozione e integrazione.
Dobbiamo partire dal coltivare le relazioni. Nelle parrocchie ci sono tanti spazi d’incontro tra famiglie, bambini e ragazzi di origine straniera come la catechesi, l’oratorio, i gruppi scout, gruppi giovanili, la Caritas, il dopo scuola, lezioni di lingua italiana. Si tratta di una sfida pedagogica per imparare a saper rendere più facile l’integrazione. Sarebbe auspicabile lavorare con le scuole e con le strutture comunali e private. Tra le proposte una “coppa mondiale” di calcio per bambini di provenienza straniera. Nel tempo della globalizzazione abbiamo una ricchezza enorme nelle nostre mani per costruire delle comunità interculturali; in questo processo abbiamo uno scambio di doni e troviamo nuovi modi di vivere assieme, per diventare un segno più eloquente dell’amore di Cristo in mezzo al mondo che genera felicità, armonia, pace e tanta speranza.
Nell’incontro è stato poi definito il programma della Giornata che si terrà il 29 settembre nella parrocchia del Sacro Cuore a Ladispoli. Accoglienza alle 15.30, alle 16 confronto sull’esperienza dei processi d’integrazione in piccoli gruppi. Alle 17 ci saranno testimonianze su quanto emerso. Alle 17.45 la preparazione alla Messa che sarà presieduta dal vescovo alle 18.30. La festa si conclude con una cena etnica. Il pastore ha chiesto di estendere l’invito a migranti di altre confessioni e religioni per ascoltare i loro processi d’integrazione nel segno della fraternità.
José Manuel Torres Origel, responsabile Pastorale dei migranti