Verso la santa montagna

«Quello scapolare non è una cosa magica ma rappresenta un impegno a ripensare la vita partendo da Cristo». Sul segno distintivo della devozione e consacrazione alla Madonna del Monte Carmelo il vescovo Gianrico Ruzza ha offerto la sua riflessione ieri sera nella celebrazione della memoria della vergine venerata con questo titolo.

Il pastore ha presieduto la Messa nella parrocchia a lei dedicata a Santa Marinella, affidata ai Carmelitani dell'Antica Osservanza. Tra gli altri concelebranti il parroco, padre John Harold Castañeda. Presente a nome dell’amministrazione comunale il vice sindaco Roberta Gaetani.
 
La pratica della meditazione personale proposta dal primo libro di Re nella figura del profeta Elia risponde al bisogno senso dell’uomo. «Se non c'è questa dimensione interiore l'uomo perde la strada» invece attraverso di essa scopriamo «di essere amati come figli, essere benedetti, essere consolati».
Nel Vangelo di Giovanni, Gesù sulla croce ci consegna la maternità di sua madre: «Maria è l'invito radicale a capire che cos'è la parola, che è soprattutto ascoltare Dio che parla nel profondo del cuore che abbiamo sepolto per i nostri peccati».
 
Dunque «Beata colei che ha sperato collaborando con Dio per portare «una speranza nuova, un amore certo, una carità certa». È così che capiamo il valore dello scapolare, esso ci ricorda che «Maria è tua madre e ti accompagna alla santa montagna che è Cristo Gesù».   (RED. - si. cia.)