«È il coronamento di un'immolazione continua» ha detto il vescovo Gianrico Ruzza alla notizia della morte di padre Gaetano Greco, avvenuta dopo lunga malattia li 3 maggio a San Giovanni Rotondo, dove era nato nel 1947.
Era tornato nella sua città da due anni, dopo aver vissuto 40 anni a Casalotti. Qui nel 1995 fonda “Borgo Amigó”, una delle prime realtà in Italia a realizzare l’azione educativa del processo penale minorile.
Nel “Borgo” le persone hanno conosciuto una casa tra le case, aperta alla speranza per ogni ragazzo. Un segno di carità per il quartiere romano e per tutta la diocesi di Porto-Santa Rufina con la quale ha sempre collaborato.
Quell’“Amigó” è il cognome del vescovo Luis, fondatore dei Terziari cappuccini dell’Addolorata, ai quali il pastore spagnolo diede una missione: «Un giovane che si rieduca è una generazione che si salva». Parole a cui il giovane Gaetano ha consacrato la sua esistenza, ripetendo di continuo che «solo nella libertà si educa alla libertà».
A tutti i ragazzi incontrati espresse una volta il suo grazie «perché hanno dato ragione al mio sacerdozio». Era nel suo saluto a Benedetto XVI, ripetuto poi a Francesco, nella visita al carcere minorile di Casal del Marmo di Roma.
Nell’istituto penale è stato cappellano dal 1981 in compagnia del cardinale Agostino Casaroli, segretario di Stato di Giovanni Paolo II. Tra le sbarre e fuori padre Gaetano ha teso la mano ai più piccoli scartati della società perché si rialzassero e tornassero a vivere.
Per lui valgono allora le parole del Vangelo: «Vieni benedetto dal Padre mio, ero carcerato e sei venuto a visitarmi, entra nella gioia del tuo Signore». Così le ha ripetute il vescovo Domenico Umberto D’Ambrosio durante il funerale celebrato il 4 aprile a San Giovanni Rotondo con diversi sacerdoti, tra i quali padre Frank Gerardo Pérez Alvarado, generale degli amigoniani, e don Nicolò Ceccolini, attuale cappellano del carcere romano.
La diocesi si stringe con affetto ai ragazzi che hanno ritrovato la luce a Borgo Amigó, alla famiglia, ai religiosi, a tutti coloro che hanno collaborato all’opera di padre Gaetano. A lui la gratitudine per il bene trasmesso mostrando ovunque l’amore del Padre Misericordioso.