«La celebrazione che viviamo è un’occasione straordinaria per interrogarci sulla profondità della nostra vita di servi del Mistero della vita, cui siamo stati chiamati dalla Misericordia del Signore». È il pensiero del vescovo Gianrico Ruzza nella Messa Crismale concelebrata il 27 marzo con il vescovo emerito Gino Reali e il presbiterio di Porto-Santa Rufina nella cattedrale dei Sacri Cuori di Gesù e Maria a La Storta. Nella Settimana Santa questa funzione religiosa, animata da alcune corali della diocesi, ha rinsaldato il legame tra vescovo e sacerdoti in comunione per servire il popolo di Dio.
Nel rito centrale della liturgia il vescovo benedice gli oli, segni di grazia per la vita. L’olio dei catecumeni infonde la forza per accogliere Cristo, l’olio per l’unzione degli infermi allevia le fatiche del corpo e dell’anima. Il Sacro Crisma, nel quale il vescovo infonde il suo respiro, consacra e consegna il dono dello Spirito Santo.
Al centro del ministero del presbitero, ha detto il vescovo nell’omelia, c’è la Parola di Dio, da imparare a ridire ogni giorno perché il Vangelo di Gesù arrivi a tutti. La vita del sacerdote «deve essere incarnata nella quotidianità della nostra gente, il famoso “odore” delle pecore… e pertanto siamo invitati a porre ogni nostro gesto di profezia e di attenzione agli altri nella logica della crescita del bene comune, dell’educazione al rispetto e alla convivenza pacifica, della formazione dei cuori in vista della fraternità».
È nella preghiera quotidiana che il sacerdote mantiene saldo il suo compito nella comunità, nella quale opera per essere al servizio del sacerdozio universale. «Sta in questa meravigliosa chiamata a camminare insieme al popolo santo di Dio il senso della consacrazione che abbiamo ricevuto e che oggi riviviamo nel memoriale liturgico di questa celebrazione».
Vita contemplativa e vita liturgica esprimono fedeltà all’amore di Dio quando generano gesti di amore per la gente. Annuncio e prossimità sono infatti connessi nell’«esemplarità della nostra vita» del presbitero che «è uomo e servo che vive con carità e nella carità, secondo quanto ci ha insegnato il Maestro».