«Vivere in comunione un percorso che ci aiuti ad essere custoditi dal Padre per annunciare l’unico bene che è l’incontro con Dio che vive nella vita», così il vescovo Gianrico Ruzza ha condiviso il senso del Consiglio pastorale diocesano nella prima riunione che si è tenuta il 10 luglio al Centro pastorale diocesano, nella memoria liturgica delle patrone diocesane Rufina e Seconda. Il giorno precedente, scelto per festeggiare le martiri nella domenica, il pastore aveva insediato il Consiglio consegnando ai membri gli statuti.
Sessantotto sono i consiglieri con una presenza alla pari di donne e uomini. Tra questi sono tredici i sacerdoti, cinque le religiose e cinquanta i laici. Sono persone che rappresentano realtà pastorali della diocesi a vari livelli ed esprimono il legame con i diversi territori. Il consiglio, «primo frutto del cammino sinodale», deve «incentrare tutto sul rapporto con Gesù» come «strumento privilegiato per sostenere il vescovo a rendere l’annuncio della speranza aperto a tutti», ha sottolineato il pastore.
In un’epoca di cambiamento e di sfide che interpella la vita della comunità cristiana, la comunità cristiana non deve sempre inventarsi cose nuove deve invece concentrarsi sul messaggio di sempre con linguaggi nuovi. Per il vescovo il consiglio è un polmone che sostiene il cuore dell’annuncio: «Oggi soffro meno di apnea perché so che ci siete voi. Voglio un vostro parere». Don Giovanni Righetti, delegato per la pastorale, ha proposto ai membri la sintesi della fase narrativa del sinodo diffusa la settimana scorsa. «Il senso del nostro ritrovarci – ha detto il sacerdote, che è il referente del cammino sinodale in diocesi – è quello di darci la parola a vicenda e di metterci in atteggiamento di ascolto reciproco».
Durante la seduta il vescovo ha annunciato la nomina del segretario del consiglio, don Giovanni Soccorsi, che coordinerà la giunta nella quale assieme a lui e al vescovo partecipano cinque membri eletti dall’Assemblea del Consiglio. Nello spazio riservato agli interventi spontanei c’è stata la freschezza di una giovane donna che ha espresso l’entusiasmo per un luogo di scambio e ragionamento. A lei hanno fatto eco altre voci, come quella di chi ha espresso commozione per l’esistenza del Consiglio, paragonandolo a «uno strumento di uomini e donne a disposizione dello Spirito».