I laici nella Chiesa
Nella Parrocchia di Sant’Antonio di Padova a Maccarese la Fraternità Monastica Missionaria da molti anni, ogni venerdì, condivide con persone di diverse parrocchie la Lectio Divina nella Cappellina. Il cammino di ascolto della Parola di Dio è iniziato con Padre Giuseppe Nardin monaco benedettino e fondatore della Fraternità Monastica Missionaria, è poi proseguito con alcuni monaci Camaldolesi. Per un lungo periodo è stato animato anche da suor Giampaola della Fraternità, poi da sorella Chiara e a volte, da alcuni amici sacerdoti e monaci. Almeno due volte l’anno, questa comunità fa esperienza di vita insieme per qualche giorno in un luogo già ispirato come Camaldoli o conventi più vicini. È un’iniziativa aperta a tutti e accompagnata di volta in volta da un diverso sacerdote.
Il 17 e 18 giugno siamo ritornati come da alcuni anni, alla “Casa di preghiera Emmaus” a Bagnoregio dove con un gruppo di 31 persone ci siamo incontrati per pregare insieme, per riflettere e approfondire il messaggio del Vaticano II guidati dalla passione per il Concilio di don Giovanni Di Michele, che attraverso la lettura e lo studio di alcuni documenti come la Gaudium et Spes (Costituzione sulla Chiesa nel mondo contemporaneo) e la Apostolicam actuositatem (Decreto sull’apostolato dei laici) e altro materiale chiarificatore tratto principalmente dalla Bibbia e dai Papi post conciliari, è riuscito a coinvolgere tutti. Fin dall’inizio abbiamo capito che la parola d’ordine era “aprire il cuore ai doni che lo Spirito Santo ha fatto a ciascuno di noi” e che il percorso è stato esperenziale, cioè ciascuno ha partecipato, contribuito e condiviso non come auditore ma come uomo e donna in cammino. Alcuni di noi hanno analizzato i documenti, riflettuto personalmente e poi riferito agli altri.
LA ROTTA È CAMBIATA PER SEMPRE dice Don Giovanni. “Andate e annunciate il Vangelo a ogni creatura” (Marco 15,16). La missione di evangelizzazione e di santificazione degli uomini vale per tutti i cristiani chiamati da Pietro: Popolo di Dio. Grazie alla dignità battesimale il fedele laico è corresponsabile della evangelizzazione di tutti gli uomini. I laici non sono più solo collaboratori/esecutori ma corresponsabili della missione affidata da Gesù a tutta la Chiesa. Benedetto XVI: La relazione dei laici con il clero non può essere costruita sui vecchi modelli dell’accentramento e della delega da parte dei presbiteri, che rispecchiava una visione ecclesiologica cosiddetta piramidale, nella quale l’unico soggetto della missione salvifica era la gerarchia. È il momento di strutturare una vera e propria prassi di corresponsabilità, che rispecchia l’ecclesiologia del Popolo di Dio come soggetto della missione alla quale siamo comunemente abilitati dal Battesimo (dal Discorso di apertura dei lavori del Consiglio Pastorale di Roma del 29-5-2009), Papa Francesco: I laici sono semplicemente l’immensa maggioranza del Popolo di Dio. È cresciuta la coscienza dell’identità e della missione del laico nella Chiesa. Non lasciamoci rubare la comunità (da Evangelii Gaudium n.92, n.102).
La meraviglia finale è che Don Giovanni ci ha comunicato una notizia: Papa Francesco nell’indire il Giubileo del 2025 ha proclamato il centro dell’evento lo studio e l’attuazione del Concilio Vaticano II. Papa Francesco chiede di accogliere il Concilio e lo Spirito che lo ha donato alla Chiesa tutta, per una personale ed ecclesiale conversione a Gesù e al suo Vangelo. Abbiamo fatto nostra la proposta del Papa. Confortati dal fatto di essere sulla rotta giusta abbiamo confermato la nostra intenzione, come piccola comunità in cammino, di proseguire la conoscenza dei documenti del Concilio Vaticano II. Il progetto è in programmazione ma si tratterà probabilmente di un incontro mensile, presso la Cappellina della Fraternità. Don Giovanni ha dato la sua disponibilità ad aiutarci. In questi due giorni, oltre alla condivisione del tempo, del luogo, della fraterna accoglienza delle suore, dei cibi squisiti da loro preparati, delle chiacchiere/confessioni profonde, delle passeggiate nel giardino abbiamo fatto esperienza comunitaria di preghiera come i monaci ci insegnano. E soprattutto tutti siamo testimoni che il miracolo promesso della sua presenza lì dove due o più sono uniti nel Suo nome è avvenuto e la gioia ha invaso i nostri cuori: “e si respira il cielo”!
Bruna Daolio