A.Gavelli, un cronista dell’epoca, presente agli eventi, riferisce che:
Il comando generale scelse Santa Marinella come punto di raduno per le forze provenienti dall’Italia centrale perché, nelle diverse località più vicine a Roma, mancavano l’acqua e altre risorse.
Tutti i reparti avrebbero dovuto sollecitamente, con mossa improvvisa, occupare stazioni, telegrafi, Prefetture e subito recarsi ai tre posti di concentramento: Santa Marinella, Monterotondo, Foligno. Ogni reparto dovrà lasciare le forze che ha impegnate e proseguire con le rimanenti.
Le squadre giunte a Civitavecchia, dovettero scendere e proseguire a piedi perchè la ferrovia era bloccata.
Al comando della colonna LAMARMORA di Santa Marinella c’erano il Generale Sante Ceccherini e il marchese Dino Perrone Compagni, il quale annotava nel suo diario che scriveva mentre era in sosta a Santa Marinella: "... ho con me quale aiutante di zona la medaglia d'oro Vitali e come ufficiali di zona Marasco e Manganiello”
Le squadre di azione di Carrara, Livorno e Pisa erano accantonate a Santa Marinella; quelle di Grosseto Lucca e della Maremma a Civitavecchia.
27 Ottobre
Giunge la notizia che il concentramento delle camicie nere della Toscana a Santa Marinella è completato. Mussolini con De Bono impartirono gli ordini per le colonne, fra le quali quella di S.Marinella, alle porte della capitale.
Dalla direzione del Partito fu consegnato un plico sigillato, con sopra l’ordine di aprirlo soltanto a Santa Marinella: erano le disposizioni per le operazioni. Il plico fu portato con l’aiuto del padre di Giuseppe Bottai, (quest’ultimo, e il Ministro Lessona avevano entrambi delle ville a Santa Marinella) e di un giornalista del Giornale d’Italia con una velocissima Diatto, pilotata da un medico veneto che, con un viaggio pieno di peripezie, verso le tre del mattino seguente, dopo aver preso ad uno sbarramento di truppa regolare alcune fucilate, arrivò a Santa Marinella, dove la via Aurelia era presidiata dai legionari di Pisa, che sbarravano la strada.
A Santa Marinella il comando della colonna LAMARMORA si insediò in una Villa posta in un punto strategico appena fuori, sulla via Aurelia che da Roma mena a Civitavecchia.
I legionari, mano a mano che passavano le brevi ore di attesa, andavano ambientandosi e la colonna assumeva la fisionomia di una divisione in pieno assetto di marcia: vi erano infatti i reparti someggiati, le avanguardie in motocicletta e in automobile e a cavallo, reparti di mitraglieri e persino le artiglierie portate da Renato R.; poi veniva il grosso, armato di moschetti ’91, di vecchi fucili da caccia e di altre specie di armi; infine oltre ai reparti di Croce Rossa venivano le retroguardie tra cui erano i combattenti di Pisa ed alcuni vecchi garibaldini in camicia rossa. Reparto per reparto avevano costituito i loro bivacchi, ove alla bene meglio curavano succintamente la loro pulizia personale mentre le cucine da campo fumanti preparavano il rancio e i graduati andavano distribuendo le pagnotte e l’acqua che potemmo avere - dato che le autorità locali avevano fatto saltare le condutture - per il vivo interessamento del comandante del Distretto di Civitavecchia, il quale, assumendosi delle responsabilità gravissime, mise a disposizione tutto il suo capace magazzino viveri e vestiario.
A Civitavecchia gli uomini erano alle dipendenze del comandante della piazza Colonnello Scorza. Fu convocato subito un rapporto di tutti i comandanti di reparto. A sera tornato il sereno furono passate in rivista le truppe di Civitavecchia e di Santa Marinella.
La mattina seguente il campo fu messo di buon’ora a soqquadro quando si sparse la voce che sarebbe arrivato Mussolini diretto a Roma.
Alla stazione di Civitavecchia per l’arrivo del treno di Mussolini erano schierate tutte le legioni agli ordini del Col. Carlo Scorza col quale Mussolini si intrattenne, poi ripartì veloce per Santa Marinella, dove passò in rassegna le truppe, si compiacque per l’ordine che ivi trovò e promise che breve sarebbe stata ancora l’attesa.
Santa Marinella ORDINE N. 1 ore 17
Comando generale Colonna Perrone – Santa Marinella
Ordino quanto appresso:
• Che ogni accantonamento, alle sede dei comandi di legione e coorti deve montare una guardia armata di tre uomini.
• Una guardia armata di sei uomini al comando di un vicecomandante di squadra dovranno montare ininterrottamente alla sede del comando generale (Fascio di Livorno).
• Alle ore sette sarà suonata la sveglia.
• Alle ore ventuno sarà suonata la ritirata.
• I consoli provvederanno a tutte quelle norme necessarie per tenere la disciplina nei comandi e negli uomini di truppa.
• Saranno formate ronde di vigilanza per tenere la disciplina.
• Le più severe misure, anche corporali, saranno prese verso gli indisciplinati.
L’ispettore generale Comandante in Capo
Dino Perrone Compagni
Ispettore VII Zona
C.te Raggruppamento di S,Marinella
Santa Marinella, ore 12 del 28 Ottobre 1922.
Piove che è un piacere. Fino da ieri. Ininterrottamente. Per quanto vi siano qui villini deliziosissimi, gli squadristi stanno all’aperto, al freddo, al vento, all’acqua, non una sola porta è stata forzata.
Santa Marinella, ore 14 del 29 ottobre 1922.
Viene affisso un proclama a firma de Il comandante della Colonna Ispettore della zona
Dino Perrone Compagni
29 ottobre: mezzogiorno.
Il Duce è chiamato d’urgenza al telefono. L’aiutante di campo di Sua Maestà lo invita a recarsi a Roma per conferire col Sovrano, che gli affida l’incarico di formare il nuovo Governo.
29 ottobre 1922, ore 23.
A uno squadrista con la motocicletta è affidato questo messaggio da portare a Perugia
COMANDO GENERALE DELLA MILIZIA FASCISTA
COLONNA PERRONE
29 ottobre 1922, ore 21: A tutt’ora sono presenti in Santa Marinella n. 6143 Camicie Nere così dislocale: in Santa Marinella 2413; parte della legione di Pisa; manipoli di Livorno e Carrara. A Civitavecchia (stazione) n. 3730. Legione di Grosseto e parte della legione di Lucca.
La forza presente è divisa a cagione dell’orribile tempo e della impossibilità di ricoverare persone a S. Marinella.
Deficienze: mancano acqua, viveri e denaro.
Informazioni: la truppa — R. Esercito — blocca parte della ferrovia fra Civitavecchia e Santa Marinella. Dalle ore 16 ad ora non sono passati che due treni completamente vuoti sul percorso Roma-S.Marinella.
Il Comandante la Colonna
F.to: Dino Perrone Compagni.
Al Comando Generale, Perugia
Tutto sì svolge per ora tranquillamente. Stanotte ad ogni costo sarà riattivata la ferrovia. Sono oggi arrivati tutti i fascisti di Carrara. Il sottoprefetto di Civitavecchia è fuggito a bordo di un rimorchiatore. E’ giunto stanotte il generale Ceccherini, uno dei quei generali, che Mussolini ha voluto accompagnassero in divisa le colonne, onde evitare possibilmente conflitti con le truppe.
Santa Marinella, 29 ottobre 1922
Minuta del rapporto inviato ai quadrumviri da Dino Perrone Compagni (2^ pagina)
Prego disporre collegamento immediato con Roma, ove codesto comando potrà più facilmente comunicare inquantochè qualsiasi ordine, anche il più veloce, non potrebbe essere da me ricevuto che nove o dieci ore dopo emissione.
Di codesto.
L’ispettore della VII zona
C.te il raggruppamento di S.Marinella
Dino Perrone Compagni
Santa Marinella, 30 ottobre 1922, ore 18
Si fanno più insistenti le voci, che lo stato d’assedio è revocato e che il Re ha chiamato Mussolini a Roma. Le voci sono confermate dal generale Ceccherini che viene da Roma.
Carlo Scorza in un primo tempo s’era dato al giornalismo e aveva fondato e diretto L’intrepido e successivamente Il popolo toscano, nel 1928, l’incontro con Mussolini avvenne a Santa Marinella.