Il 22 giugno al centro pastorale diocesano il vescovo Ruzza ha presieduto un rito di passaggio del Cammino neocatecumenale, la consegna della liturgia delle ore. Erano in quaranta i giovani e gli adulti che hanno partecipato alla celebrazione assieme ai catechisti e a don Andres Arriaga Moreto.
Un momento che segna una tappa nella lunga preparazione di riscoperta dell’origine evangelica della preghiera, attraverso i luoghi in cui Gesù insegna la relazione spirituale con Dio.
«Noi preghiamo con le parole che Gesù ci ha donato, ascoltando il padre», ha detto il pastore illustrando la modalità attraverso cui nasce la preghiera, come nel caso dei Salmi di Davide. «Dio prende la vita dei poveri e la trasforma nella preghiera che il fedele ispirato riceve ascoltando lo Spirito».
Nella lotta di Giacobbe con Dio e nell’incontro tra Maria, Marta e Gesù, letti durante la liturgia, il vescovo ha approfondito il carattere della relazione con Dio. Nel brano della Genesi il presule ha notato che «vincono entrambi, perché Giacobbe ottiene la benedizione e Dio gli fa superare la paura e lo fa riconciliare con Esau, il fratello», eppure anche quando l’uomo perde e cade nel peccato «avrà sempre da parte la Misericordia del Signore perché Dio dà il suo amore una volta per sempre».
Dal passo del vangelo di Luca sentiamo Gesù dire che Maria ha scelto la parte migliore, ma, ha aggiunto il pastore, questo non significa che si debba rimanere nella sola sfera spirituale. «Il Signore ci insegna che dobbiamo sempre partire dall’ascolto della sua parola, per poi farla diventare vita, essere cioè “contemplattivi” come ci ha insegnato don Tonino Bello, agire perché ho incontrato il mistero».
La liturgia delle ore è la preghiera della tradizione della Chiesa, ci mette in comunione mistica con tutti gli altri che pregano, ma «ricordate» ha concluso il vescovo «La liturgia delle ore non è questo libro che oggi vi consegno, la liturgia delle ore siete voi che pregate».