Venerdì 22 aprile il Vescovo ha consegnato gli attestati agli studenti della Scuola di Teologia di Ladispoli al termine del triennio di formazione. Una testimonianza di uno studente esprime la ricchezza di quest'esperienza di fede.
Ho iniziato la Scuola di Teologia nel 2018 dopo una settimana che sono andato in pensione, dopo aver prestato servizio per quasi quarant’anni nelle Forze Armate. Come tanti sono stato battezzato a pochi mesi di età e tutta la mia vita cristiana si è svolta nella routine del credente cristiano che rimane fedele alla sua religione ed osserva le tradizioni e prescrizioni. Una vita intensa, fatta di studi, tanto lavoro spesso all’estero, vita famigliare serena, ove Cristo non è stato mai dimenticato, ma non aveva il primo posto nei pensieri. Già nei mesi precedenti il pensionamento il rallentamento del lavoro ha lasciato spazio a una riflessione e bilanci sulla vita trascorsa e sull’esistenza, che si fanno anche con l’avanzare dell’età. Da questo attento bilancio del vissuto è emerso chiaro nella mente l’interessamento e amore che ha il Signore per la nostra persona e che si manifesta nella nostra esistenza in certi episodi, anche se presi dalla corrente della vita non ce ne accorgiamo tante volte, narcotizzati dagli impegni e distrazioni della quotidianità.
Gesù prepara l’incontro decisivo con noi dentro la vita ordinaria quotidiana, possiamo dire che entra in punta di piedi. Ci chiama a bassa voce è capace di aspettare anni. In quelle riflessioni fatte è emerso in me il desiderio di frequentare un corso di religione che desse nuova linfa e profondità alle conoscenze sul ruolo del Signore nella nostra esistenza e sull’umanità nel suo insieme. Mia moglie che viveva molto più di me la comunità parrocchiale mi ha suggerito di frequentare questo corso. Oggi posso dire che è come se durante la scuola di teologia Gesù avesse parlato al mio cuore, giorno dopo giorno. Con gradualità ha occupato nella mia mente e nel cuore quello spazio che non gli avevo concesso in precedenza. Gesù cambia la nostra vita. Il Corso di Teologia nei suoi tre anni ha rappresentato un cammino di conoscenza della fede nei suoi contenuti, una nuova comprensione della Sacra Bibbia e della rivelazione cristiana impegnando la mia mente nello studio, ma soprattutto è penetrato soprattutto nel cuore con il suo messaggio divino vivificante della fede e la capacità dei docenti che con semplicità hanno condotto le lezioni frontali, superando con la didattica a distanza anche le difficoltà del periodo pandemico.
Credere in Dio è infatti condividere, accettare e assimilare la sua parola come verità per la nostra vita. Conoscere Dio e la sua Parola è la via per raggiungere e ravvivare l’amore per il Signore. Posso dire che il mio animo si è giovato dell’ascolto, dell’accoglienza e dalla presentazione dei contenuti della Parola del Signore, trattata con schiettezza e delicatezza, su temi anche complessi e divisivi dell’esistenza nella società moderna. Ho così potuto sperimentare un incremento della mia identità di credente, un recupero della tradizione e della spiritualità cristiana, un irrobustimento delle conoscenze necessarie per confrontarsi con efficacia con il mondo non cristiano e ateo.
La partecipazione al corso ha rappresentato anche un momento di rinnovato avvicinamento alla comunità parrocchiale, alle esigenze ed ai contatti che si sviluppano, fornisce inoltre uno strumento indispensabile per aiutare altri nel cammino di fede nel catechismo, nella collaborazione al servizio pastorale del sacerdoti, che non avevo avuto in precedenza. Al centro rimane il cammino spirituale individuale che la Scuola favorisce, in quanto la crescita nell’amore per Dio e tutto ciò che lo riguarda è la via maestra per superare le proprie paure, vivere la comunità ed essere testimoni autentici di evangelizzazione. Posso chiamarlo “un cammino di ritorno a Dio” che per me è avvenuto in un momento particolare e che sono contento di aver sperimentato.
Dino Margheri, Parrocchia del Rosario a Ladispoli, 22 aprile 2022