Come per tutti i cristiani che seguono il calendario giuliano, la comuntà greco-cattolica presente a Porto-Santa Rufina ha celebrato la Pasqua 24 maggio con la veglia nel sabato precedente. In diocesi le comunità greco-cattoliche si sono incontrate a Cesano, nella parrocchia di San Giovanni Battista con padre Valentin Marcu, e a Ladispoli, nella parrocchia del Sacro Cuore con padre Yevhen Andrukhiv.
Dalla comunità di Ladispoli
Quasi un centinaio di ucraini ha partecipato alla liturgia pasquale nell'auditorium della parrocchia del Sacro Cuore, presieduta da padre Yevhen Andrukhiv. Durante la funzione religiosa, secondo il rito greco-cattolico, sono stati benedetti i cibi per la Pasqua. Già di diverso tempo le famiglie fuggite dalla guerra in Ucraina, che al momento vivono nel litorale diocesano, si ritrovano per la Messa accolte dalla comunità di Ladispoli. Il sacerdote ha espresso la sua gratitudine al vescovo Ruzza e al parroco don Gianni Righetti per la possibilità offerta alla comunità rifugiata di pregare assieme.
Dalla comunità di Cesano
La celebrazione della Resurrezione dai morti di Nostro Signore Gesù Cristo è per tutti i cristiani la festa più importante perché il Salvatore con la sua Passione, la sua morte e la sua Resurrezione, ha guadagnato, per chi crede in Lui, la salvezza dell’anima, che è il dono più prezioso. Sabato 23 aprile nella Chiesa San Sebastiano con tanta emozione è stata celebrata la Veglia Pasquale, che ha avuto inizio alle 20 con il tradizionale rito “Venite e prendete la luce”, e con la lettura del Vangelo e canti pasquali davanti al sagrato della chiesa.
In seguito si è svolta la processione intorno alla chiesa, durante la quale tutti i fedeli hanno cantato il bel canto della Resurrezione: “Cristo è risorto dai morti calpestando la morte con la morte e dando la vita a coloro che giacevano nelle tombe”. Il momento più rilevante è stato quando la cerimonia si è svolta davanti alla porta della chiesa, il sacerdote bussando con la croce per l’apertura della stessa e recitando per tre volte:
“Sollevate, porte, i vostri frontali, alzatevi, porte antiche, ed entri il re della gloria” (Salmo 24,7). Dall’interno della chiesa, con le porte chiuse, un fedele chiedeva: “Chi è questo re della gloria?” (Salmo 24,8a). Il sacerdote rispondeva: “Il Signore forte e potente, il Signore potente in battaglia” (Salmo 24,8b).
La funzione religiosa è stata celebrata da Padre Valentin Marcu, cappellano della comunità greco-cattolica romena. I canti sono stati eseguiti dal cantore, studente teologo, Ion Manu, del Collegio Pontificio Pio Romeno di Roma.
Quest’anno la comunità è stata onorata dalla presenza di don Isidor Mirt, responsabile della pastorale dei fedeli cattolici romeni di rito latino della diocesi. Padre Isidor è stato anche a disposizione dei fedeli che hanno sentito il bisogno di riappacificarsi con Dio e con il prossimo nel sacramento della Confessione.
Nella sua omelia padre Valentin ha illustrato l’importanza del Sacrificio sulla Croce e della Resurrezione del nostro Salvatore Gesù Cristo. Ha invitato tutti ad innalzare i loro cuori a Dio e portare ovunque la luce e la gioia della Resurrezione anche in questi tempi particolari.
La celebrazione solenne si è conclusa con la benedizione delle uova dipinte e la distribuzione del pane e vino, cosiddetto "Paști", conforme la tradizione bizantina, tutto con il rispetto delle norme igienico-sanitarie e comportamentali in materia di protezione e prevenzione della diffusione del virus SARS-CoV-2.
Pertanto il grido di “Cristo è Risorto” ha accompagnato il saluto di padre Valentin ai suoi fedeli che hanno assistito alla celebrazione con l’augurio di portare la pace in particolare in quei luoghi martoriati dalla guerra e colpiti dalla gravissima pandemia.