Messa con il consiglio regionale

«Nel racconto del servo di Dio descritto dal profeta Isaia, osserviamo un uomo che ha ascoltato Dio e ha scelto di essere fedele a quanto il Signore gli richiede per liberare il suo popolo, anche voi rimanete sempre attenti ad ascoltare il popolo che vi ha scelti per essere rappresentati nelle istituzioni». Con queste parole il vescovo Ruzza ha offerto la sua meditazione per la Pasqua ai membri e al personale del Consiglio regionale Lazio, nella Messa celebrata il 13 aprile alla Pisana. Accolto dal vicepresidente Devid Porrello, il presule ha celebrato la liturgia, animata dal gruppo di presenza cristiana, assieme a padre Manuele Solofa, parroco di Santa Maria Madre della Divina Grazia, e don Giuseppe Marangoni, parroco di San Paolo VI.

Il pastore ha posto l’accento su alcuni dei tradimenti vissuti da Gesù nella sua Passione. Uno dei quali è quello legato al processo “politico” intentato contro di lui: meglio che muoia un uomo piuttosto che tutta la nazione perisca, dice Caifa. La condanna di un innocente, il disprezzo della vita, la prevalenza della violenza sull’innocenza sono il luogo in cui «si compie il memoriale dell’offerta sacrificale di Gesù e lì si sta tradendo di nuovo il Figlio dell’Uomo, perché viene tradito e abbandonato l’uomo, la creatura amata e custodita dal Padre». Ma, il tradimento è anche del popolo di Dio che fa eco alle parole del sommo sacerdote: non abbiamo altro re al di fuori di Cesare. Qui, il tradimento è dell’identità di un popolo che non riconosce l’unica regalità, quella di Dio.

Sono tradimenti morali conseguiti per i calcoli o per tornaconti, ha commentato il pastore, come la guerra in corso in Ucraina alimentata «dalle menzogne» e «dalla logica dei mercanti di armi» che rappresentano il «vero nodo» della questione. La guerra arreca solo sofferenza e provoca violenza alle persone: «Ogni gesto che non rispetti la vita umana e la persona umana è un gesto fatto contro Dio, senza Dio, a prescindere da Dio!». Il criterio di Gesù rimane invece quello della solidarietà verso i sofferenti e gli scartati della Terra. «Chi vuole riferirsi a Cristo non ha altra scelta che stare con gli abbandonati», ha concluso il vescovo rinnovando ai consiglieri l’augurio di un servizio che sia portatore di pace. (Si.Cia)

(15/04/2022)