Una bandiera di 10 metri per 3, piena di colori, di sogni, di preghiere, di speranza… un simbolo di pace, la pace vera che viene dal cuore. È il frutto dell’ultimo incontro del Circolo Laudato Si’ nelle Selve di Roma, domenica 3 aprile, dal titolo “Insieme per la Pace”.
In un periodo così difficile, in cui su una crisi planetaria (la pandemia) se ne è innestata un’altra (la guerra in Ucraina), e in cui la speranza di “normalità” o serenità sembra ormai svanire del tutto, è emerso a livello comunitario il bisogno di interrogarsi, di scavarsi dentro, e di confrontarsi per capire le ragioni del nostro sgomento e dell’incapacità di trovare - a vari livelli - risposte convincenti all’ennesima sconfitta della civiltà e della pace.
Il Circolo ha fatto sua la volontà della comunità parrocchiale della Natività di Maria Santissima di Selva Candida di condividere il disagio di questo periodo, e ha organizzato un incontro che mettesse insieme gli interrogativi dei bambini con quelli dei genitori e dei nonni, quelli degli scout e dei catechisti, dei religiosi e dei laici. È stato un momento sinodale, in cui l’ecologia integrale ha fatto da sfondo e da collante: non ci può, infatti, essere pace fuori di noi se prima non c’è dentro di noi.
La ricerca della pace interiore come presupposto della conversione integrale è uno degli aspetti che il Circolo promuove maggiormente, grazie anche al contributo di don Federico Tartaglia, autore del libro “È ora di trovare pace. Diario di ecologia mentale”, pubblicato da Ancora. La meditazione è una delle proposte e delle metodologie più valide per iniziare a leggere dentro di noi. E così ha avuto inizio l’incontro, tutti attorno ad un telo bianco grande 30 metri quadrati: il silenzio, il vuoto, la consapevolezza di sé… e poi la Parola di Dio, unica voce sensata che riesce a riempire il vuoto.
La Parola è stata quella della quinta domenica di quaresima, il Vangelo “scomodo” dell’adultera, del “chi di voi è senza peccato scagli la prima pietra”. La riflessione ha condotto alla memoria delle decine di conflitti in atto nel mondo. Un’importante testimonianza quella di Alina proveniente dall’Ucraina, accompagnata dalla lettera di due insegnanti della scuola Pablo Neruda, nelle vicinanze della parrocchia della periferia romana, dove sono stati accolti bambini e famiglie scappati dalla guerra.
Dopodiché, condividendo emozioni, parole e sogni, sono iniziati i lavori per la realizzazione della bandiera della pace: quel telo bianco e vuoto disteso a terra è diventato teatro di gioia e condivisione, in cui i presenti, divisi in gruppi di lavoro, hanno dato vita ai laboratori di Pa.C.E., ovvero PA.role, C.olori ed E.lementi. Utilizzando appunto le parole chiave emerse dalla riflessione, i colori delle proprie emozioni e gli elementi messi a disposizione, i partecipanti hanno espresso i loro sentimenti più profondi, in modo comunitario, armonico, equilibrato, dando vita ad una creazione unica. La bandiera sarà portata in processione la domenica delle Palme.
Emanuela Chiang