La storia di Carlo con gli ultimi del Mozambico

Lo scorso ottobre, in occasione della veglia missionaria diocesana, Carlo Benincasa ha ricevuto la benedizione del vescovo Ruzza per il suo servizio in Mozambico, divenendo ufficialmente missionario fidei donum dopo quattro anni nel Paese africano. La sua attività missionaria si svolge nelle periferie di Maputo, in collaborazione con il programma Mateus 25, una realtà che crea comunione tra i diversi carismi nella Chiesa cattolica mozambicana.

Carlo è un laico. Sulla soglia dei 45 anni mentre lavora coma agente di commercio capisce di voler essere missionario. «Dopo la morte di mia mamma nel 2012 - racconta - mi ritrovai in un periodo che più buio non poteva essere. Ma non mi diedi per vinto, arrivai al nucleo del mio essere (niente), mi confrontai con la mia fragilità e da lì trovai la forza di ricominciare». Dopo due anni si rende conto che era iniziato «un nuovo modo di entrare in connessione con Dio». Così nel 2014 «per onorare la memoria dei miei genitori» parte per il Mozambico, Paese scelto grazie all’allora parroco della Santissima Trinità di Cerveteri, don Lorenzo Gallizioli, che gli consiglia di visitare le missioni della Sacra famiglia di Bergamo.

Dopo la prima esperienza, Carlo decide di tornare in Mozambico per capire cosa fare, e come rispondere a quella che sente essere la sua chiamata. Un giorno Dio «mi presentò il suo bel volto attraverso un ragazzo al quale avevo fatto da educatore in quel periodo. Seduto davanti a lui su di una altalena gli dissi che ero indeciso se tornare per sempre in Italia o rimanere lì in Mozambico. Il ragazzo senza guardarmi, voltandomi le spalle e correndo via disse: “Resta!”».

Oggi Carlo vive la missione ogni momento della giornata: «La responsabilità è duplice, verso la mia diocesi e verso i fratelli che incontro e con i quali vivo quotidianamente, siano essi drogati, alcolizzati, ragazzi e bambini di strada». Il mandato fidei donum conclude un percorso di fede per aprirne uno nuovo, perché una volta partiti non si torna indietro e Dio in questo percorso ha avuto ed ha un ruolo fondamentale: «La mia opera missionaria è sempre dedicata ai miei. Attraverso la loro testimonianza ho potuto riconoscere Dio come padre e madre». Per sostenere la missione in Mozambico è possibile fare una donazione utilizzando l’Iban IT66 J087 8703 2010 0000 0081 044 indicando nella causale: “Mozambico”.

Cecilia Turbitosi