Abbiamo atteso e pregato e ieri ci è stato finalmente donato un Padre. Lo conoscevamo già e da mesi, perché è stato lui ad accompagnarci dopo le dimissioni di Mons. Reali, nostro Vescovo per quasi vent’anni.
Da oggi Mons. Gianrico Ruzza è, a tutti gli effetti, il nostro Vescovo, il Vescovo Suburbicario di Porto – Santa Rufina, mentre mantiene anche la titolarità della Diocesi di Civitavecchia.
È chiaramente una situazione inedita che richiederà in tutti noi un grande senso di responsabilità e di amore alla Chiesa. Un’unica guida per due Diocesi, anche se vicine e sorelle, significherà più lavoro per tutti. Tutti noi, preti e laici, dovremo fare appello al nostro senso di Chiesa per avviare, forse stavolta davvero, uno stile di vera corresponsabilità visto che le forze, che pure a Mons. Ruzza non mancano, sono ora da dividere tra Civitavecchia e Porto.
Ma che significa per noi corresponsabilità? Ambire a influenzare il processo decisionale? Conoscere le segrete cose? Irrompere nella stanza dei bottoni? Non vorrà piuttosto dire tirarsi su le maniche, smettere di criticare stando alla finestra, dialogare e riflettere insieme, coinvolgersi nell’avventura evangelizzatrice fino a portare, unendo davvero le nostre forze, il peso di un nuovo annuncio al nostro mondo che sta perdendo la fede?
Ecco, forse è questo quello che oggi ci viene chiesto, a voler leggere, neanche troppo, tra le righe. Saremo in grado di portare avanti questa nuova evangelizzazione? È tutto da vedere perché, si sa, quella conversione pastorale auspicata dal Santo Padre nell’Evangelii Gaudium è tanto difficile da realizzare.
Il cambio di passo dietro ad un Vescovo che, lo abbiamo visto, non cammina ma corre, insieme alla straordinaria opportunità del prossimo Sinodo, è forse l’assist inatteso che però ci serviva per fare uno scatto di consapevolezza, e quindi di generosità, che ci aiuti, una buona volta, ad uscire dal quieto “si è sempre fatto così”. Come sempre, l’importante è partecipare.
d. roberto leoni
(13/02/2022)