«La messa inizia quando finisce», ha citato “don Tonino” Bello il vescovo Gianrico Ruzza nella celebrazione di martedì scorso con gli operatori e i volontari del Centro Caritas Santi Mario e Marta nella parrocchia San Giovanni Battista Ladispoli.
Il Vangelo di Matteo letto durante la liturgia ci mostra che «Gesù è venuto a fare cose chiare e concrete» ha spiegato il presule nell’omelia, nelle diverse epoche «la Chiesa ha compreso questo messaggio del Signore, oggi invece abbiamo “imborghesito” l’insegnamento del Vangelo, lo abbiamo ridotto alla forma, ma la sostanza è poca».
L’esempio proposto da Cristo del figlio che obbedisce al padre pur non volendo, rispetto al secondo che gli dice di sì e poi non onora il suo impegno, insegna ad andare all’essenziale dell’essere cristiani: «Dio non ha bisogno dell’esteriorità, egli vuole che il nostro cuore si metta in opera», un cuore aperto all’ascolto dell’altro e capace di mettersi a disposizione di chi è nel bisogno. Non dobbiamo essere «buonisti», come spesso accade in questo tempo, ha continuato il vescovo invitando invece a vivere un Natale incarnato: «Un tempo di ascolto dei più sofferenti».
In conclusione il presule ha ringraziato la squadra della Caritas Porto-Santa Rufina diretta da Serena Campitiello per la dedizione nel servizio svolto, leggendo inoltre la presenza di tutti i sacerdoti di Ladispoli alla celebrazione come un segno di comunione. Nel suo saluto la direttrice Caritas ha ringraziato il vescovo e i parroci del territorio per la presenza e per le parole di incoraggiamento per il servizio in favore dei poveri.
Una collaborazione per il Bene Comune espressa anche dalla presenza Alessandro Grando sindaco di Ladispoli con alcuni degli amministratori cittadini. Dopo la Messa il presule assieme la primo cittadino ha fatto visita al Centro in via Enrico Fermi.
foto Lentini