«Una risposta alla crisi ambientale, alle sofferenze inascoltate, alle morti immotivate e anche alla violenza che abbiamo impartito», così il vescovo Ruzza ha presentato l’incontro “Devastata è la campagna, è in lutto la terra” all’interno del progetto “CustodiAMO il Creato”, organizzato l'11 dicembre nell’aula consiliare del Comune di Ladispoli, alla presenza tra gli altri del sindaco Alessandro Grando e di diversi amministratori del territorio diocesano.
La scelta di un «luogo pubblico» per restituire le riflessioni maturate nella 49ma Settimana sociale dei cattolici italiani dice la volontà di condividere con una proposta che riguarda tutti. «Basta chiacchiere, dobbiamo fare gesti concreti per passare alla conversione che ci chiede il Papa con atteggiamenti sobri e responsabili» ha spiegato l’amministratore apostolico, che ha aggiunto: «Dobbiamo volerci bene, voler bene alle persone e a tutte le creature».
Sono diversi gli impegni richiesti dall’ecologia integrale: «ognuno può e deve ritagliare la propria fetta di azione, perché piaghe come quella di Taranto, che nel Pese e nel mondo sono molte, se non curate accrescono la sofferenza di persone e ambiente», ha detto Emanuela Chiang, membro della delegazione di Porto-Santa Rufina presente a Taranto, assieme a don Federico Tartaglia, a chi scrive e alla delegazione di Civitavecchia-Tarquinia composta da Cristiana Tabacco, Lorenzo Mancini e Domenico Barbera. Don Tartaglia ha espresso invece il suo impegno nell’animare i confratelli sacerdoti ad approfondire il pensiero dell’enciclica Laudato si’: «mettere tutte le tessere al loro posto, superando il dualismo che oppone gli elementi della realtà» e con uno sguardo contemplativo assumere «una visione integrale in cui tutto è articolato in un piano divino».
Le testimonianze, tra cui quelle dei delegati di Civitavecchia, hanno preparato l’intervento di padre Joshtrom Isaac Kureethadam, coordinatore del settore Ecologia e Creato del dicastero per lo Sviluppo Umano Integrale della Santa Sede.
Il sacerdote ha presentato le ragioni e gli obiettivi della piattaforma Laudato si’, uno strumento per realizzare le indicazioni dell’omonima enciclica papale che parla «della cura della Terra come nostra casa comune». Situazione “fisica” del pianeta, esperienza etico-morale dell’umanità e vissuto spirituale, sono i tre ambiti che l’enciclica connette nel leggere le ferite sofferte dal creato e dalle creature.
La crisi climatica, determinata da un modello economico e produttivo che saccheggia le risorse a beneficio di pochi e a danno di molti, mette a rischio la biodiversità. La scomparsa di specie animali e vegetali provoca danni irreparabili a un ecosistema che ha bisogno di tutti i suoi membri. Allo stesso tempo aree geografiche depredate aggravano la situazione di zone del mondo già impoverite, che tra l’altro non beneficiano mai delle risorse prelevate nelle loro terre, ma sono a disposizioni dei Paesi ricchi.
Il relatore ha riportato la questione alla vita spirituale, riprendendo un passaggio di Francesco in cui cita Benedetto XVI : «”i deserti esteriori si moltiplicano nel mondo, perché i deserti interiori sono diventati così ampi” che è quanto abbiamo ascoltato questa mattina nel libro del profeta Gioele» recitato a mo’ di introduzione da Rachele Giannini. Al grido della Terra e a quello dei poveri, si è aggiunto «il grido dei bambini che con i “Friday for future” hanno dato nuovo impulso alla comunità attenta alla crisi ecologica».
Rispetto all’istanza appassionata delle giovani generazioni la domanda fondamentale diventa allora «Che tipo di mondo volgiamo trasmettere a chi verrà dopo di noi?». Una delle possibili risposte consiste in questa piattaforma che è «un invito alle famiglie, comunità, istituzioni e organizzazioni a diventare totalmente sostenibili nello spirito dell’ecologia integrale della Laudato si’».
Un cammino, sinodale, in sette anni con sette obiettivi in cui ci si assumono impegni concreti per contribuire a modificare un sistema oramai insostenibile. L’obiettivo principale ha concluso padre Kureethadam consiste nel raggiungere la “massa critica” per provocare il cambiamento. Alla fine dell’evento, accogliendo l’invito di papa Francesco, le due diocesi hanno avviato il percorso della concretezza attraverso l’adesione formale, sottoscritta dal vescovo Ruzza, alla piattaforma.
Simone Ciampanella
foto Lentini