La morte di Madre Vincenza Minet, lo scorso 12 agosto, ha lasciato un vuoto in tutti quelli che hanno avuto a che fare con questa religiosa profetica. La fondazione delle Ancelle della visitazione è il lascito più grande della consacrata che ha passato gli ultimi anni della sua vita nella casa generalizia di Santa Marinella. Il 14 agosto, la famiglia religiosa assieme a parenti, consacrate di altri istituti, amici e autorità ha dato l’ultimo saluto nella Messa esequiale celebrata dal vescovo Ruzza nel Santuario della visitazione. Presenti diversi sacerdoti, tra cui il parroco don Salvatore Rizzo, oltre a quelli residenti all’Oasi Tabor, la Rsa gestita dalle Ancelle.
Prima della liturgia, la madre generale, suor Maddalena Ergasti, ha delineato l'immagine di una donna coraggiosa che ha dedicato tutta la sua esistenza ai più fragili. Una donna capace di esercitare una maternità attenta a ognuna delle religiose sue figlie e di farsi prossima delle singole persone accolte nelle strutture in cui operano le Ancelle. Esempio per i consacrati ha ricordato la rappresentante di Usmi Lazio ma anche per la comunità locale. Nel messaggio affidato all'assessore Roberta Gaetani il sindaco Tidei ha tenuto a sottolineare il suo apporto umano per il territorio e la dolcezza con cui la fondatrice ha segnato ogni relazione.
Cresciuta alla scuola di don Alberione, da paolina che era all’inizio, ha poi continuato a maturare la sua vita religiosa traendo ispirazione da San Francesco. Madre Minet, ha saputo vivere la «diaconia nel bisogno per dire l'amore a chiunque necessitasse della carezza di Dio, lei è una vera ancella della carità» ha detto il vescovo Ruzza nella sua omelia. La fondazione delle Ancelle non è stata semplice ha continuato il presule ma lei «ha scelto di giocare in attacco, ha scelto di rimboccarsi le maniche e di servire». Il pastore ha infine espresso la sua gratitudine alle ancelle per il loro servizio nella Chiesa di Porto-Santa Rufina, in particolare nell'accoglienza dei sacerdoti anziani.
Di Madre Minet resta impresso a chi l'abbia conosciuta il sorriso permanente del suo volto. È un'immagine di quella gioia dell'annunciazione che ha cercato per tutta la vita di trasmettere e che ora continua nell'opera che ha fondato per stare sempre e comunque dalla parte dei più vulnerabili.
Red.
14/08/2021