Dentro la scuola cresce la fraternità

Mercoledì 9 dicembre il vescovo Reali ha incontrato “online” l’Ic Corrado Melone di Ladispoli. Una visita ormai tradizionale, quest’anno fatta a distanza, in videoconferenza per le normative anti-Covid 19. «Non è Natale se non la incontriamo…», ha detto nel saluto il preside Riccardo Agresti, ricordando poi il valore etico dell’atteggiamento personale nel contrasto all’epidemia: «Indossare la mascherina è un atto d’amore verso il prossimo».

Interpellati dal tema dell’evento: “Costruire un mondo da fratelli” gli alunni hanno proposto riflessioni profonde e attuali con con chiarezza e puntualità. Il razzismo e l’accoglienza dell’altro, la violenza sulle donne, l’odio e il dialogo, la diversità, la povertà vicino casa e quella lontana, il problema del male e della sofferenza. «La vostra franchezza ci dice che abbiamo tanto da imparare da voi», ha commentato il vescovo, spiegando che non bisogna chiudersi in se stessi e credere di essere i padroni del mondo: «Anche a me piace la parola che i bambini ci hanno cantato all’inizio: «La parola che più mi piace è pace». Il presule ha poi incoraggiato i ragazzi nel tempo dell’emergenza sanitaria che «possiamo superare riscoprendo la fraternità», mettendo in comune la propria originalità: «Ognuno di noi porta avanti il suo progetto assieme agli altri e se si dovesse tirare indietro mancherebbe un tassello al disegno finale». Nell’Avvento c’è la possibilità di riscoprire questa dimensione di solidarietà e amicizia: «è un tempo di conversione attraverso la rivoluzione del cuore». Poesie, video, power point, disegni, slogan. Gli studenti hanno usato tante possibilità per condividere le loro idee grazie alle nuove tecnologie: «Vorrei elogiarvi per la qualità con cui usate i mezzi di comunicazione.

Sappiate che sono un mezzo per far crescere la comunità. Se io comunico imparo tante cose, prima di tutto imparo a rispettare l’altro, perché lo rendo partecipe di quanto ho pensato e ho nel cuore». Ma, c’èuna «comunicazione sincera» e una «falsa» che «distrugge ed è dannosa, ed è quella che papa Francesco chiama pettegolezzo, un peccato che colpisce anche la Chiesa, dobbiamo tentare di eliminare questo uso del parlare». Dialogare e sperare, la chiacchierata con i ragazzi si è mossa su questo binario la cui direzione ha contato della sensibilità e della formazione degli studenti: specchio di un corpo docente coeso con il suo dirigente nel pensare all’educazione come passione e missione per fare crescere i piccoli. «Ringrazio il preside per l’opportunità che mi ha dato e desidero esprimere la mia stima per il lavoro che fate nella vostra scuola». Dopo oltre due ore, a mo’ di sigla scorrono i video preparati dalla classi, l’ultimo dei quali indica il coraggio di questi giovani proiettati a edificare una società basata sul senso della comunione: “Uno per tutti e tutti per uno perché non rimanga indietro nessuno”.

Simone Ciampanella