Santa Marinella, preghiera e arte per rigenerare lo spirito

In estate le parrocchie di città rallentano le attività pastorali, quelle di mare invece lavorano a pieno ritmo per offrire a villeggianti e residenti un ristoro creativo dello spirito. L’inaugurazione dell’organo nella parrocchia di San Giuseppe, l’11 luglio, preceduta dalla Messa sul porticciolo racconta la vitalità di una comunità costiera impegnata a integrare proposta religiosa e culturale.

Come ogni sabato sera il parroco don Salvatore Rizzo celebra la Messa nella terrazza affacciata sul piccolo porto di Santa Marinella. Con lui sull’altare c’è don Felice Riva, cappellano della sede di Palidoro dell’ospedale Bambino Gesù. Le sedie disposte a cerchio e a distanza nel rispetto della misure anti–Covid 19 si riempiono subito. In pochi minuti arrivano famiglie, gente appena tornata dalle spiagge vicine, anziani, per recitare il Rosario. Inizia la Messa. Con la veduta del mare e le imbarcazioni ormeggiate, le parole del Vangelo stupiscono: «Quel giorno Gesù uscì di casa e sedette in riva al mare. Si radunò attorno a lui tanta folla che egli salì su una barca e si mise a sedere, mentre tutta la folla stava sulla spiaggia». Dalla parabola del seminatore, spiega il sacerdote dopo aver portato il saluto del vescovo Reali, «impariamo che Dio getta dentro al nostro cuore l’amore. Anche noi come il Signore dobbiamo gettare il seme della speranza negli altri, avendo cura di saper attendere i frutti». Il brano dell’antico testamento rivela poi «un Dio che ci ascolta e che ci domanda lo stesso atteggiamento per ricevere la sua parola, con la musica sacra che ci riunirà questa sera riscopriamo un ascolto che eleva lo spirito ed apre l’anima all’incontro con il Signore», sottolinea alla fine della funzione il sacerdote presentando il concerto con il maestro Stefano Mhanna.

In molti hanno risposto all’invito ritrovandosi per l’evento culturale in chiesa. Erano presenti tra gli altri il sindaco Pietro Tidei, con rappresentanti dell’amministrazione, il consigliere regionale Giancarlo Righini e l’economo diocesano Egildo Spada. Tra Bach e Verdi, con un omaggio a Morricone, Mhanna apre il ciclo di concerti a cui gli organizzatori hanno dato il nome di «Ripartiamo in musica»: l’idea è suggerire un rinnovato modo di vivere dopo il lockdown. L’organo è magnifico. Costruito nel 1984 dalla “Bottega d’Arte organaria Ponziano Bevilacqua”, lo strumento fu voluto dall’allora parroco don Carlo Taramasso. Purtroppo, le scelte costruttive, innovative per l’epoca ma con difficoltà collaterali riscontrate oggi, e la salsedine richiedono una manutenzione annuale costosa e continuativa. Dopo il recente restauro effettuato dal maestro organaro Michele Continiello e finanziato dalla Regione Lazio, l’organo è tornato in forma. Il direttore del coro di San Giuseppe Francesco Giuli si è augurato che «l’impegno economico ricorrente sia sostenuto dalle amministrazioni visto il valore culturale dello strumento, attorno a cui la parrocchia è pronta a progettare iniziative artistiche di livello nazionale ed internazionale». Di certo, ne guadagnerebbe l’offerta turistica della città e la possibilità di offrire ai giovani del territorio occasioni di crescita e di stimolo per la propria formazione.

Mhanna è convinto delle possibilità della musica come rinascita sociale ed economica. Il giorno del concerto compie 25 anni. Lui è violinista, organista, direttore d’orchestra e compositore. A Lazio Sette dice con ironia che l’età è solo una variabile… Ha ragione, ma fa impressione la lunga esperienza artistica maturata in così breve tempo. «L’inaugurazione dell’organo – ha commentato a margine dell’evento – rappresenta la possibilità di un nuovo inizio dopo la situazione vissuta in questi mesi. Un inizio che invita a popolare le parrocchie attorno alla figura di Cristo salvatore e a tutte le espressioni culturali suscitate dall’esperienza religiosa». Poi inizia a suonare, prima il violino, poi l’organo, e la magia di Santa Marinella riscopre un altro suo colore tra quelli donati dall’estate all’incantevole cittadina costiera.


Simone Ciampanella

foto Lentini