«Donna, se’ tanto grande e tanto vali,/ che qual vuol grazia e a te non ricorre,/ sua disïanza vuol volar sanz’ali», canta il poeta alla fine del suo viaggio. Nella preghiera affidata a san Bernardo, Dante raccoglie, all’inizio dell’ultimo tragitto della terza cantica, il sentimento e il pensiero dell’umanità quando di fronte al mistero di Dio ella rivolge il cuore e la mente al «termine fisso d’etterno consiglio». Con l’esperienza della pandemia l’abbandono a Maria evocato dal padre della lingua italiana affiora come un istinto innato.
Il tempo del coronavirus ha sgretolato la sicurezza del nostro io e le costruzioni della sua frenetica produzione. Ha riportato all’essenziale della vita, della propria e di quella degli altri, anzi le ha messe assieme perché siamo tutti sulla stessa barca ci ha ricordato papa Francesco nella preghiera solitaria e in contatto con tutto il mondo del 27 marzo. Una comunione ritrovata, a partire dalla condizione creaturale in cui l’umanità trova la sua netta uguaglianza, non c’è più né giudeo né greco.
L’affidamento dell’Italia alla Madonna del 1° maggio nella basilica di Santa Maria del Fonte a Caravaggio pone il destino di un popolo nelle mani delle «meridïana face di caritate» e tra i mortali «speranza fontana vivace». Qui, dalla diocesi di Cremona, in provincia di Bergamo, dove l’emergenza sanitaria ha registrato il suo più alto livello di dolore, la Chiesa italiana ha rinsaldato il legame familiare del nostro Paese con Maria. Rivelando una riserva di devozione messa a dimora nei secoli in città, borghi, frazioni, case della penisola a cui il poeta ha donato la sua invocazione mariana. Esempio di misticismo nella preghiera e modello per chi ha meditato le sue parole per raccontare il volto di Maria.
Chissà quanto la mano del pittore della Madonna di Ceri non abbia sostato sui versi della Divina Commedia prima di rendere la bellezza dell’immagine di cui oggi godiamo? Con la sua grazia, la Madre della misericordia cattura il pellegrino in visita alla chiesa, soprattutto in questo mese mariano. E se la pandemia complicherà la possibilità di sostare davanti all’icona, non mancherà la presenza di una vicinanza fraterna attraverso il vescovo Gino Reali che nel santuario mariano concluderà il cammino con la Vergine attraverso le strade della Chiesa. Un atto di devozione da seguire sui media diocesani durante la situazione emergenziale, con la consapevolezza di una comunità forte delle antiche diocesi di Porto e di Santa Rufina, unite assieme nel 1120.
La chiesa di Santa Maria Assunta a Castelnuovo di Porto accoglierà la recita del primo rosario il 5 maggio, XVIII anniversario dell’ingresso del vescovo in diocesi, occasione di preghiera per il pastore e la Chiesa diocesana. Nei successivi martedì e allo stesso orario seguiranno le preghiere nella chiesa di Santa Maria Porto della Salute a Fiumicino (12 maggio), nel Santuario di Santa Maria in Celsano, Madre della consolazione (19 maggio), nel Santuario della Visitazione a Santa Marinella (26 maggio). Il 28 maggio alle 10 nella cattedrale de La Storta si terrà la Messa Crismale e il 31 la Solennità di Pentecoste.
Il 2 giugno dal monte di Ceri sulla campagna romana, da cui la patrona della diocesi mostra agli abitanti del mare e a quelli delle città il Salvatore del mondo, il popolo unito al suo pastore concluderà il viaggio con il dono dell’Indulgenza giubilare del novecentenario.
Simone Ciampanella