Sono passate tre settimane dall’emanazione del "Decreto #iorestoacasa”, il primo provvedimento attraverso il quale il Governo ha cercato di mettere un freno al veemente dilagare del coronavirus. Chiusi da un giorno all’altro bar, cinema, ristoranti e teatri ma, soprattutto, sospese le cerimonie religiose e le Messe.
E così, all’improvviso, siamo stati catapultati in una realtà dal sapore quasi distopico, inimmaginabile sino ad un attimo prima. Attuare quella distanza sociale che al momento rappresenta lo strumento più potente che abbiamo per contrastare l’epidemia è un sacrificio indispensabile ma anche doloroso per tutte quelle realtà, parrocchiali e non solo, che fanno dello spirito di comunità e della Comunione uno stile di vita.
Distanze di sicurezza e divieto di assembramenti, tuttavia, non possono e non devono fermare un cammino spirituale, sia esso individuale o di comunità. Accogliendo l’invito del vescovo di “rimanere Chiesa in mezzo al popolo”, la parrocchia San Pietro e Paolo dell’Olgiata-Cerquetta ha messo in campo diverse iniziative per rimanere accanto ai propri fedeli, distanti ma uniti nella preghiera.
Ogni sera alle 19, collegandosi alla pagina Facebook della parrocchia, è possibile seguire la Messa, unirsi alla recita della preghiera di Comunione Spirituale e mandare al termine della celebrazione le proprie intenzioni a San Raffaele, l’arcangelo guaritore.
Numerosi anche gli altri appuntamenti di preghiera (sempre in diretta), sia del Rosario che della Coroncina della Divina Misericordia, attraverso i quali si cerca di custodire alcuni appuntamenti tipici della Quaresima, come la Via Crucis il venerdì sera e una breve catechesi la domenica.
Le chiamate su Skype o per mezzo di altre piattaforme digitali consentono di tenere vivo il dialogo all’interno della parrocchia e di scambiare qualche chiacchierata tra i vari gruppi parrocchiali. La pastorale entra così in una dimensione 2.0, grazie a brevi video di catechesi girati per i bambini che si preparano alla prima Comunione e alle iniziative degli educatori che cercano di stimolare i ragazzi lanciando su Instagram “challenge” a tema Vangelo.
Se, da una parte, il momento difficile in cui ci troviamo rappresenta una possibilità di tornare all’essenziale e di ripensare le nostre abitudini, dall’altra è anche vero che, come diceva uno scienziato del secolo scorso, “è nella crisi che sorgono l'inventiva, le scoperte e le grandi strategie”.
Certo, dirette Facebook e telefonate su Skype non sono equiparabili alle Messe vissute in chiesa e ad un incontro concreto con i propri amici e, in questo senso, la mancanza si fa sentire più forte di giorno in giorno. Ma è grazie alla preghiera, al contatto con i sacerdoti, alla Messa della domenica vista in famiglia e alla consapevolezza che tante altre famiglie sono “collegate” in uno stesso momento, se riusciamo a vivere questo periodo come un percorso. Solo così è possibile sfuggire al pericolo e alla tentazione di non dare un senso ad un susseguirsi di giorni che, altrimenti, rischierebbero di scorrere tutti uguali.
Elisa Cospito
(26/03/2020)