Nella veglia di Pentecoste il vescovo rinnova il mandato ai fedeli impegnati nella liturgia, nella catechesi e nella testi-monianza della carità. Ogni anno, con ciclo triennale, le persone coinvolte nei tre ambiti pastorali confermano la volontà di continuare il loro servizio a nome e per conto della Chiesa locale. È il vescovo a dare il mandato perché egli è il segno dell’unità della comunità, ma, soprattutto, il suo ministero è la garanzia dell’appartenenza del popolo a lui affidato alla Chiesa Cattolica.
Nel 2020 saranno gli operatori della carità a chiedere il rinnovo del loro mandato o, nel caso di nuovi volontari, a domandare di iniziare il servizio. Il mandato è un atto formale, esito della valutazione sulla preparazione dei candidati. Pertanto gli uffici interessati, per quest’anno la Caritas diocesana, dispongono di un percorso di formazione spirituale e culturale. La prima è necessaria perché serve a non perdere mai di vista il senso del proprio agire. In particolare, nell’ambito della solidarietà è facile concentrarsi alle sempre crescenti e giuste richieste di sostengo, rischiando però di lasciare in secondo piano la sorgente del farsi prossimo: l’annuncio della buona novella attraverso l’operosità delle mani.
Il tema “Con la carità, l’ascolto” risponde all’esigenza di aiutare i volontari a riscoprire l’identità del loro servizio. E seguire Maria nella scelta della parte migliore, che non le sarà tolta, come racconta l’evangelista Luca, quando propone l’incontro tra Gesù, lei e la sorella Marta. Il brano della Sacra Scrittura offerto con il tema del corso sarà approfondito negli incontri programmati a partire dalla fine di questo mese: 30 gennaio, 13 e 27 febbraio, 12 e 26 marzo. I cinque appuntamenti saranno coordinati dall’equipe della Caritas diocesana in collaborazione con la psicoterapeuta Liliana Autieri.
Se da un lato l’iniziativa ha l’obiettivo di consolidare la motivazione dei partecipanti, dall’altra punta a qualificare il servizio dell’accompagnamento. Si inizierà presentando la figura del volontario e ragionando su come egli debba maturare un aiuto consapevole. È chiaro che favorire relazioni corrette con le persone in difficoltà parte dal saperle ascoltare. Un ascolto in grado di cogliere quanto forse sfugge anche a chi viene a bussare alla porta del Centro Caritas. Riuscire in questo implica però la conoscenza dell’ascolto e le tecniche per renderlo efficiente. E poi siamo in grado di sapere davvero come mettere l’altro al centro per sostenerlo a ritrovare la sua dignità? Al lavoro di equipe, sarà rivolto l’ultimo appuntamento, propedeutico al rinnovo del mandato.
I giovedì di formazione, tutti dalle 15 alle 16.30, si terranno presso la chiesa di San Rocco in via Aurelia 1465 a Roma. Su www.diocesiportosantarufina. it sono disponibili le informazioni e i moduli per le iscrizioni che dovranno pervenire alla Caritas entro il 28 gennaio.
Simone Ciampanella