Vigilia della festa dell'Immacolata, festa grande per tutti, ma per Santa severa, la nota cittadina balneare a nord della Capitale, lo è quest'anno ancora di più. La Chiesa del Castello riapre al culto dopo anni e la comunità di fedeli può finalmente tornare a casa. E' una Chiesa al centro di un complesso monumentale straordinario, abitato fino agli anni Novanta, poi oggetto di un complesso restauro e recupero, per arrivare alla straordinaria scoperta archeologica: è proprio lì che la martire Severa ha dato la vita per testimoniare il Signore Gesù.
Qualche anno fa, infatti, è stata riportata alla luce la prima basilica in onore della Santa, edificata a pochi metri dal mare, in un piano ribassato rispetto all'attuale, ovviamente per commemorare il luogo del martirio della giovane Severa. E' grazia alla sua testimonianza di fede che la località, che da sempre si chiamava "Pyrgi", prende il nome di "Santa Severa". Abbandonata, a seguito di un incendio, la prima Chiesa, ecco che si decide di costruirne una seconda, sempre in onore della Martire e della Vergine Assunta. Trascorrono i secoli ma il culto di Severa si mantiene più vivo che mai, nonostante le avversità dei tempi, le incursioni dei barbari e, più tardi, il brigantaggio. Arriviamo ai nostri giorni, quando la comunità di Santa Severa, nella metà del secolo scorso, è conosce lo sviluppo abitativo che culmina nell'attuale assetto urbanistico e sociale.
Sul finire degli anni Ottanta, nonostante le rimostranze dei fedeli, il culto della martire viene abbandonato e la sua esistenza storica addirittura messa in dubbio. L'antica Chiesa viene officiata solo in occasione di cerimonie matrimoniali, tutto sembra precipitare in un voluto oblio. Finchè la Provvidenza stessa non interviene per ristabilire la verità e la giustizia. Cominciano i restauri che riportano alla luce, come detto, la prima basilica; intanto un appassionato lavoro storico di ricerca sulle fonti non lascia spazio a dubbi: Santa Severa - la martire cristiana - è davvero esistita. Ora si tratta di riaprire e restituire al culto la Chiesa edificata in suo onore. Non è facile: il complesso del Castello passa di mano in mano, di responsabilità in responsabilità, si moltiplicano le idee per progettare anche il ruolo della Chiesa. La Diocesi interviene e avvia un dialogo intenso con l'amministrazione pubblica: prima con la Regione Lazio, poi con il Comune di Santa Marinella, e qui non si può dimenticare il prezioso intervento del Sindaco Tidei, risolutivo per la riconsegna della Chiesa alla Diocesi e alla Parrocchia.
Ed eccoci alla bella cerimonia di sabato 7 dicembre, quando, con gran soddisfazione di tutti, tra sorrisi e strette di mano, la chiave della Chiesa di Santa Maria Assunta nel Castello di Santa Severa, torna finalmente nelle mani del Parroco don Stefano Fumagalli. Non uno ma due Vescovi: Mons. Reali e Mons. Lino Fumagalli, già Parroco di questi luoghi, per sottolineare un momento così importante, che potremmo senza esagerare definire storico. Don Stefano Fumagalli s'è impegnato, insieme ai volontari della Parrocchia, non solo a tenere aperta la Chiesa ma anche ad officiarla regolarmente. Così, il sabato e la domenica, chi visiterà il Castello, potrà godere non solo dei servizi di cultura e intrattenimento, ma potrà entrare in Chiesa e accendere una candela in onore della martire da cui il luogo prende il nome. Tutti contenti, quindi. Ma sono soprattutto i fedeli del luogo, i buoni abitanti di Santa Severa, a rallegrarsi nel vedere finalmente aperta la 'loro' Chiesa, quella nella quale sono stati battezzati e che per anni hanno frequentato. E' soprattutto casa loro. Con grande impegno si daranno da fare perchè, come avviene per ogni casa, anche questa sia abitata e non diventi un luogo del passato.
don roberto leoni
foto: Filippo Lentini