L’ottobre missionario straordinario si inserisce bene nel cammino iniziato dalla Chiesa locale nell’assemblea diocesana, che si è svolta dal 20 al 21 settembre presso il centro pastorale. L’evento di avvio dell’anno pastorale ha posto l’attenzione sul suo legame tra “missione e comunione”. Due tratti caratteristici del cristianesimo, così come Gesù ha voluto che fosse mentre creava la Chiesa: chiamò quelli che volle perché stessero con lui e per mandarli a predicare, scrive l’evangelista Marco.
La Chiesa fin dalle origini è stata chiamata al compito di annunciare il Vangelo alle genti. L’annuncio non è proselitismo, ma è un dono: è donare a nostra volta la ricchezza della salvezza, che abbiamo ricevuto per mezzo della fede in Cristo.
Papa Francesco ha richiamato la necessità di rinnovare l’impegno missionario dei cristiani e della Chiesa nel messaggio per la giornata missionaria mondiale 2019 che ha per titolo «Battezzati e inviati: la Chiesa di Cristo in missione nel mondo». Il Pontefice ci esorta a «riqualificare in senso evangelico la missione di annunciare e di portare al mondo la salvezza di Gesù Cristo, morto e risorto».
Per tali ragioni ha chiesto a tutta la Chiesa di vivere un tempo straordinario di missionarietà, cogliendo l’occasione dei 100 anni della lettera apostolica Maximum illud di Benedetto XV. La missione pur essendo compito di ogni battezzato, deve essere vissuta nell’ecclesialità e nella gratuità: «gratuitamente abbiamo ricevuto questo dono e gratuitamente lo condividiamo», ci ricorda l’evangelista Matteo, senza escludere nessuno. È un mandato che riceviamo in forza del battesimo. La nostra missione si radica nella paternità in Dio e nella maternità della Chiesa.
La missione, come opportunamente ribadito anche durante l’assemblea diocesana, ha due aspetti: “ad intra” e “ad extra”, ma ogni missione inizia dall’ascolto e dall’accoglienza. L’ascolto non è un gesto semplice, ma è l’espressione di una concezione della vita che mette al centro le relazioni tra le persone, per questo la missione privilegia l’accoglienza e la condivisione. L’amore di Dio è un amore che abbraccia tutta l’umanità, uomini e donne, sani e malati, giusti e peccatori, senza distinzioni di razza. L’amore di Dio opera in noi una profonda trasformazione che ci apre al vero ascolto, alla vera accoglienza. La missione cristiana è accoglienza fraterna.
Il Centro missionario diocesano ha accolto “la sfida” di papa Francesco, tutti i volontari si sono interrogati su quali strategie mettere in atto per rendere questo ottobre un momento proficuo per tutti gli operai della vigna e affinché il numero di questi accresca. La missione non è un fatto per pochi intimi, per gli addetti ai lavori, la missione è l’essenza dell’essere cristiano, è il fulcro della Chiesa universale e locale. Per tali ragioni sono state previste iniziative diocesane comuni, a cui tutta la comunità ecclesiale di Porto-Santa Rufina è chiamata a prendere parte.
La parrocchia di Santa Maria del Rosario di Ladispoli (via Duca degli Abruzzi, 190), da sempre in prima linea nell’evangelizzazione, ospiterà il 19 ottobre alle 21 la veglia missionaria e il 20 ottobre alle 16 il concerto testimonianza di Debora Vezzani in occasione della Giornata missionaria. Nella parrocchia della Natività di Maria Santissima di Selva Candida a Roma (via dei Santi Martiri di Selva Candida, 7) dalle 15 si terrà la festa della missione il 27 ottobre.
Momenti per testimoniare il nostro essere figli di Dio, per mostrare al prossimo la grazia che ci è stata donata, grazia che è aperta a tutti, grazia che rende lieti e consola il cuore afflitto. Sinceramente il Centro missionario auspica che tutta la diocesi possa essere presente negli eventi proposti affinché la realtà visibile sia al servizio di quella spirituale.
Gabriella Matricardi