Il mese di Ottobre a Cerveteri è iniziato con un gesto offensivo e sacrilego. La statua della Vergine Maria che accoglieva i fedeli all’ingresso della Chiesa, quella a cui tutti guardavano passando per Via Fontana Morella, è stata rubata. In quello stesso momento in Chiesa il Parroco guidava la preghiera dell’Adorazione Eucaristica, finita la quale i fedeli, uscendo, si sono purtroppo accorti che l’immagine sacra non c’era più.
Una bravata? E continuano a chiamarli così i gesti che ormai non si contano più, nel nostro territorio come altrove. Gesti gravissimi, che una volta avrebbero provocato lo sdegno della gente, il desiderio di riparare, in tutti una profonda amarezza. Come se fosse normale infierire sulle immagini dei propri cari.
Ma già, in questa società a rovescio, niente sembra più come prima. Niente sembra avere più senso. Niente sembra meritare rispetto.
Per nulla rassegnato, il Parroco della Trinità a Cerveteri non si limita a sporgere denuncia ma avvia una campagna di sensibilizzazione. La voce corre di famiglia in famiglia. Cresce la partecipazione alla preghiera di riparazione, perché tutti si sentono personalmente offesi dal gesto che non riguarda – è chiaro – una semplice statua di marmo ma raggiunge Colei che la statua raffigura.
Le Forze dell’Ordine fanno il loro lavoro e palmo a palmo setacciano il territorio attorno alla Parrocchia. Finché la venerata immagine della Madonna non viene ritrovata, in un fosso. Adagiata sull’erba. Era lì. Paziente, che attendeva di poter tornare a casa.
I Carabinieri hanno provveduto subito alla riconsegna, con grande soddisfazione di tutti, e la Madonna è ora al suo posto.
Una storia a lieto fine? Sì, anche se resta l’amarezza per il gesto grave di quell’irresponsabile che ha osato alzare la mano contro nostra Mamma. Vorremmo potergli dire a quattr'occhi: caro amico, guarda che è anche tua Madre. Non far finta di non saperlo. Vai a chiederle scusa, chè ti vuole ancora bene.
d. roberto leoni