In preghiera con Santa Teresa Benedetta della Croce
Il 9 agosto la Chiesa celebra la festa di Santa Teresa Benedetta della Croce (Edith Stein), vergine e martire, compatrona d’Europa. Ebrea convertita, filosofa, carmelitana e martire è stata uccisa in una camera a gas nel campo di sterminio di Auschwitz vicino a Cracovia in Polonia. Una santa che ha fatto della sua sete di verità una preghiera continua, intuendo che chi cerca la verità cerca Dio.
In preparazione a questa festa, ci sono stati tre giorni intensi di triduo di rosario meditato, adorazione eucaristica e vespri solenni, animato dalle Suore Carmelitane Missionarie di Santa Teresa del Bambino Gesù, Congregazione fondata dalla beata Maria Crocifissa Curcio e da padre Lorenzo van den Eerenbeemt, sempre con i pensieri della santa e con buona partecipazione del popolo - compresi tante persone in vacanza. Tre sono stati i temi trattati dal parroco: la conversione: un cammino di interiorizzazione e trasformazione; la Scienza della Croce nella vita cristiana e l’esistenza eucaristica: una via di donazione e di servizio
Nell’omelia della festa, il parroco Padre John Harold Castañeda Herazo, O. Carm., descriveva la santa così: "Edith è un’esponente significativa della dignità della persona umana: il suo percorso dalla non credenza alla fede la rende prossima a tutti coloro che cercano la verità. Questa stessa ricerca, nella sua esperienza quotidiana, è già preghiera. Ella ha saputo conciliare ragione e fede, portatrice di un sano umanesimo. La sua preoccupazione per la donna e la sua attenzione all’altro, che ha potuto sviluppare in modo particolare nella tesi di laurea sull’empatia, sono segni di una forte sensibilità antropologica. Sul piano della spiritualità, i suoi grandi maestri sono i santi del Carmelo: Teresa e Giovanni della Croce, così come Teresa di Lisieux. I tre hanno lasciato la loro impronta nell’anima di Teresa Benedetta della Croce: l'orazione come fondamento della sua vita, l’esperienza della croce come fonte di ogni azione nella Chiesa, e la fiducia e abbandono nelle mani di Dio. Edith era fortemente cosciente di essere uno “strumento”; diceva: “Io non sono altro che uno strumento nelle mani del Signore. Chi viene a me vorrei condurlo a Lui”.
Al termine della celebrazione, dopo la lettura di alcuni testi poetici della santa tra cui "La mia ultima Pentecoste" il parroco con generosità ha distribuito le immaginette significative della vita di Edith Stein, prima di concludere tutto l’intenso periodo vissuto con l’agape fraterna.
Nicolas Assegbede