Nella Parrocchia del Corpus Domini alla Massimina, visto il successo dei mercatini dello scorso Natale, Domenica 3 marzo, ultima di carnevale, si è tenuto nell’ampio cortile parrocchiale anche un Mercatino di Carnevale che con i gazebi e le bancarelle di espositori ha fatto da cornice alla festa di Carnevale per la gioia di tanti bambini venuti mascherati e anche di numerosi adulti, genitori e famiglie al completo presenti. Ad animare i giochi, la sfilate per la mascherina più bella, il folclore in genere e i canti accompagnati da semplici balli di gruppo, c’erano alcuni giovani e adolescenti con il loro educatore Alessio Stefanucci.
E’ risaputo, comunque, che le feste di Carnevale (dal latino “carnem + vale” che si traduce: addio, ciao … carne! ) che oggi si svolgono nei nostri paesi tradizionalmente cristiani prima della Quaresima, come per tante altre tradizioni popolari, comprese quelle religiose, esse sono state svuotate del loro contenuto e particolare significato se non quello di “divertirsi” senza bagordi e, per fortuna, questo è ancora possibile nei nostri ambienti parrocchiali per la gioia dei piccoli e dei grandi, ma anche per fraternizzare e fare comunità. Infatti, l’iniziativa voluta dal parroco P. Giuseppe e programmata in un pomeriggio domenicale in Parrocchia, favorita quest’anno anche dal tepore di un anticipo di primavera, è stata capace di muovere tanta gente dalle loro case.
A noi come sacerdoti ed operatori pastorali, ci porta a fare delle riflessioni e a vedere tutto ciò in prospettiva pastorale, deducendo che le attività di oratorio per tanti ragazzi e famiglie della Parrocchia, sono l’occasione e il luogo dell’incontro tra la Chiesa e la strada e, se vogliamo, tra le singole case e la comunità parrocchiale. E così, alla festa mi è capitato di rivedere con piacere alcune famiglie con i bimbi battezzati negli scorsi anni, con le quali dopo gli incontri di catechesi pre-battesimale e la celebrazione del Sacramento, ci si era persi di vista. Ma, nonostante tutto, è bello incontrarsi e scambiare con loro qualche parola. Due genitori, in particolare, presentandomi il loro bimbo, hanno esclamato: “Padre, questo bambino l’avete battezzato voi!”. Ho espresso loro tutta la mia gioia e ho chiesto dopo, direttamente al bambino, il suo nome che è stato capace di pronunziarlo, ricordando ad essi che nel giorno del suo Battesimo erano stati loro a darglielo quel nome, rendendolo figlio di Dio.
P. Renato Spallone