Mi piace ricordare qual è lo spirito che ci ha guidato fin qui, questo 15 dicembre 2018: «Solo l'amore… solo l'amore costruisce un ponte tra il tempo e l'eternità… solo l'amore può unire le conchiglie alle stelle… solo l'amore può far sprofondare il dolore nell’infinito oceano della condivisione. Amare anche un solo bambino malato allora diventa amare il mondo intero… diventa costruire un mondo nuovo».
L’incontro con i piccoli ricoverati, reso possibile dalla grande disponibilità e sensibilità dei dirigenti e del personale sanitario e non dell’Ospedale, è iniziato preparando la sala del “Castello dei sogni”, che stupendamente si è prestata allo scopo. Ogni cosa è stata pensata e realizzata in modo da sfruttare ogni possibilità dei bambini, anche in relazione alla loro limitata mobilità e alle loro capacità. Giochi, colori, ampie superfici da disegno, che con l’ausilio dei genitori, degli operatori sanitari e dei ragazzi della Croce Rossa, si sono presto riempiti, tra i sorrisi e la felicità dei piccoli ricoverati, di vere e proprie opere d’arte.
Vedere il loro sorriso è stata la ricompensa più bella. E’ stato come vedere il sorriso di Dio. E’ stato davvero come festeggiare oggi il Natale. La commozione è stata generale quando ci è stato concesso di poter giocare anche allo stesso modo con alcuni piccoli pazienti dei Reparti, che non potevano essere spostati al Castello dei Sogni. Un tripudio all’arrivo del “Babbo Natale”, con il suo grande sacco carico di doni per ogni bimbo. In pochi minuti la sala era piena di decine di bambini che arrivavano da tutte le parti, con gli occhi lucidi e pieno di sogni.
Si è aperto il cuore di questi giovani volontari della Croce Rossa Italiana, che al di là della propria preparazione volta al soccorso sanitario immediato, si approcciavano per la prima volta allo sguardo sulla gestione e l’accompagnamento di chi vive quotidianamente alla sofferenza ed è meno fortunato. In maniera plastica abbiamo ricordato immediatamente che incontrare questi piccoli, è un dono che abbiamo ricevuto… e che ci ha ricordato, potentemente, che prima della sofferenza e della disabilità, c’è una persona, una creatura di Dio che va particolarmente amata, coccolata e protetta.
Si sono poste le basi affinché questa esperienza possa essere condotta, con continuità, presso l’Ospedale Pediatrico 4-5 volte l’anno, in tempi ordinari, lontani dalle grandi Feste.
L’attività si è conclusa con un emozionante momento di riflessione comune e di preghiera, con i volontari della Croce Rossa Italiana, presieduto da Padre Riva, insieme al personale di vigilanza e al personale sanitario del Reparto.
La Croce Rossa di Fiumicino ringrazia la Direzione dell’Ospedale Pediatrico che ha permesso di vivere questa esperienza. Una esperienza fortemente formativa, perché aiuta i giovani volontari a di governare quella reazione emozionale che genera l’incontro con la sofferenza e la malattia e che troppo spesso fa fatica a tradursi in un’azione adeguata. Che ha fatto comprendere loro che il dolore a volte angoscia più della patologia. Toglie la serenità e rende soli.
E allora, visto che non si può cambiare il decorso della malattia, è possibile allietare in qualche modo la qualità della vita del bambino e della famiglia.
Diacono Pietro Saltarelli
(22/12/2018)