«Siamo il mondo»
Negli anni Ottanta si sentiva alla radio We are the world per il progetto Usa for Africa. Tanti musicisti e cantanti uniti per il continente nero. Il 14 gennaio «Noi siamo il mondo» l’hanno cantata i migranti e i rifugiati riuniti a Fiumicino nella giornata che la Chiesa dedica loro. Un ospite del Cara di Castelnuovo di Porto ha intonato all’improvviso il ritornello, e tutti si sono uniti con voci e strumenti: filippini, nigeriani, romeni, slovacchi, srilankesi insieme all’accogliente comunità parrocchiale guidata da don Bernardo Acuna Rincon. È stato il momento finale di un pomeriggio passato in ascolto degli altri.
L’ufficio Migrantes, con il direttore Enzo Crialesi e la collaboratrice suor Maria Grazia Pennisi, organizza annualmente un festival delle tradizioni in cui le comunità migranti cattoliche propongono il loro racconto della fede attraverso musica e danza. Davanti al vicario generale don Alberto Mazzola, inviato dal vescovo Reali, e ad Anna Maria Anselmi, vice sindaco di Fiumicino, accompagnata da Paolo Calicchio, assessore ai servizi sociale del comune, si sono esibiti tanti: dalle nonne, arrivate qui decenni fa per costruire un futuro dignitoso, ai ragazzi, nati e cresciuti in Italia.
In questa edizione, a differenza di quelle precedenti, è stato anche organizzato un momento di formazione con la proiezione di un film il sabato precedente. Attraverso La bicicletta verde della regista saudita Haifaa Al– Mansour, i ragazzi e i loro genitori hanno avuto la possibilità di confrontarsi con la speranza e la determinazione di una bambina di Riyad.
Wadjda ha un’obiettivo: avere una bicicletta, cosa non consentita alle donne in Arabia Saudita. Per realizzare il suo desiderio deve partecipare a una gara sulla conoscenza del Corano. Vince il premio, ma le cose non vanno come immaginava. Eppure la sua determinazione avrà un risultato inaspettato, riuscendo a dare una speranza anche alla madre, la cui storia di donna e di moglie è messa in discussione da un uso islamico.
Conoscere per capire. È questo il percorso che la Chiesa invita a fare nell’incontro con i migranti. Un incontro di cui la Bibbia indica l’atteggiamento. «“Il forestiero dimorante fra voi lo tratterete come colui che è nato fra voi; tu l’amerai come te stesso perché anche voi siete stati forestieri in terra d’Egitto. Io sono il Signore, vostro Dio”, basterebbero queste parole scelte da papa Francesco per farci riflettere sulla Giornata dei migranti e dei rifugiati», dice don Alberto Mazzola, durante la Messa celebrata dopo la kermesse.
Il vicario parla di una fraternità che inserisce ogni persona nel progetto di Dio: «Siamo tutti accomunati nell’incontro con Gesù, e da questa esperienza possiamo declinare i verbi che ci ha proposto per questa giornata il Papa: accogliere, proteggere, promuovere, integrare».
Alla fine della celebrazione don Alberto consegna simbolicamente ai giovani delle comunità straniere il documento preparatorio per il Sinodo dei Vescovi del prossimo ottobre dedicato ai giovani, alla fede e al discernimento vocazionale.
Simone Ciampanella