«Non è aiutare gli altri, o voler essere più buoni, la missione è invece condividere con gli altri un dono che si è ricevuto». Queste ed altre parole don Emanuele Silanos, della Fraternità sacerdotale dei missionari di San Carlo Borromeo, ha condiviso il 21 sera nella parrocchia dei Santi Marco evangelista e Pio X per la veglia missionaria diocesana. Molte esperienze sono state proposte e altrettante preghiere sono state elevate nella comunità di Pantan Monastero. Tutte capaci di raccogliere il motivo che ha indotto tanti ad essere presenti (la chiesa era piena).
I fedeli presenti alla veglia questo discorso lo hanno sentito ripetuto ovunque. Nelle parole di don Federico Tartaglia, il direttore dell’ufficio. In quelle di altri due seminaristi della Fraternità, Tommaso che è stato in Messico, e Riccardo, che è stato in Cile. Nel video realizzato dal VolEst (Volontariato Estivo), che ha raccontato il Cara, il Malawi, la Romania e la Tanzania. E infine nel saluto del vescovo Edoardo Pinheiro da Silva della diocesi di Jaboticabal in visita a Roma, che provvidenzialmente ha presieduto la celebrazione dato che il vescovo Reali non poteva essere presente. Il presule, salesiano, ha ringraziato Dio per il dono della missione. Perché, come molti altri, ha potuto conoscere Gesù attraverso due figli di don Bosco, missionari in Brasile, è così scoprire la sua vocazione di sacerdote.
La preghiera, preparata con tanta disponibilità dai volontari dell’Ufficio missionario assieme all’accogliente comunità della periferia nord di Roma, guidata da don Cristoforo Dudala, si è conclusa con la distribuzione di un segno. Del pane, offerto dal panificio Cariani, e una spiga con la preghiera che si conclude con una speranza: «Lascia che anch’io, Signore, guardi questo campo e questa messe con i tuoi occhi».
(foto Filippo Lentini)