Un furgone bianco giovedì 17 agosto intorno alle 17 ha investito dozzine di persone sulla Rambla di Barcellona. Ci sono 13 morti, tra cui almeno un belga e tre tedeschi, lo ha confermato il governo catalano, e 100 feriti, dei quali 15 gravi. Tra questi diversi risultano in gravi condizioni. La polizia non ha dubbi, si tratta di terrorismo, di matrice islamista. Il van si è lanciato sulla gente che passeggiava ad almeno 80 km all'ora, percorrendo circa 500 metri. Dopo qualche ora il Daesh ha rivendicato l'azione.
Un attentatore è stato arrestato dopo qualche ora. Si chiama (o meglio si chiamerebbe, in quanto il passaporto ritrovato sul furgone potrebbe essere stato rubato) Driss Oukabir Soprano, originario del Marocco ma cittadino francese, già noto alla polizia spagnola in quanto pregiudicato. Dopo avere fatto strage tra la gente è fuggito a piedi, visto da molti testimoni che lo hanno descritto come "molto giovane sui 25 anni al massimo", alto 1 metro e 70 circa, vestito con un camicia bianca a strisce azzurre, magro e con i capelli castani. Driss Oukabir è anche l'uomo che ha affittato non solo il furgone killer, ma che ne aveva noleggiato anche un secondo, che la polizia ritiene dovesse servire per la fuga. Ma Oukabir è entrato in azione con altri complici. La polizia si è messa rapidamente sulle tracce di altre due persone. Una è stata fermata. Mentre il killer, quello che materialmente ha compiuto la strage, è ancora in fuga. Un altro uomo ha forzato un posto di blocco con una Ford Focus, travolgendo e ferendo un agente della polizia catalana. Le forze di sicurezza hanno inseguito il veicolo, che si è diretto sulla A-2 in direzione Tarragona. Alla fine è stato bloccato a Sant Just Desvern, a pochi chilometri da Barcellona. C'è stata una sparatoria e l'uomo è stato ucciso. Ma è risultato estraneo all'attentato. Anche il secondo furgone è stato ritrovato, nella località di Vic, a 70 km circa da Barcellona. La polizia sospetta che almeno un complice dell'attentatore possa avere utilizzato questo mezzo per allontanarsi dal luogo della carneficina.