«Pagano per tutti quanti»

«Voglio dire la mia gratitudine a tutti voi genitori, medici, operatori. Non sono molto esperto dei ruoli sanitari, quindi dico a tutta la famiglia che vive e opera in quest’ospedale». È il saluto del vescovo Reali durante la Messa in Coena Domini che quest’anno ha voluto celebrare presso la sede di Santa Marinella dell’Ospedale pediatrico Bambino Gesù.

«Ma soprattutto vorrei cercare di dire grazie a questi bambini, per il loro dolore innocente, perché pagano questo caro prezzo per tutti noi. Vedete noi adulti qualcosa da farci perdonare lo abbiamo. Ma loro sono innocenti e la loro sofferenza è per tutti».

Durante la celebrazione il vescovo tenta di ripetere continuamente questo concetto. E non nasconde la difficoltà di voler trasmettere questa esperienza comune della sofferenza in un contesto, come è quello della pediatria, in cui ogni parola è eccessiva, è limitata, non adeguata. Dove forse solo il silenzio è la forma migliore per entrare con dignità e rispetto tra quelle mura colorate con disegni e giochi.

In un luogo dove a soffrire sono i bambini, pronunciarsi con sentimentalismi edulcorati risulta insignificante. Così come ogni giustificazione razionale sulla condizione che quei piccoli subiscono perde senso, e soprattutto non serve a loro, a quei genitori che sperimentano quotidianamente il Giovedì Santo.

«In questo luogo si vive ogni giorno il mistero che Gesù condivide con i suoi amici nell’ultima cena, di cui oggi facciamo memoria, un mistero che parla di amore fino alla fine. Cioè fino alla fine delle nostre possibilità di amare, oltre ogni limite», dice il vescovo. Allora quel «Capite cosa ho fatto per voi» che il Vangelo di Giovanni propone diventa chiaro qui tra i piccoli pazienti. La domanda forse preoccupata di Cristo che si rivolge ai suoi con la speranza che comprendessero il suo sacrificio è spiegata da questi volti e da quelli di chi vive per loro. Pronunciato, forse inconsapevolmente, da quei corpicini aggrappati alle madri o appoggiati sulle carrozzine, il memoriale della passione, «Questo è il mio corpo che è per voi», si manifesta tra questi corridoi pieni di fatiche ma anche di tanta speranza.

La lavanda dei piedi è la spiegazione pratica di questo amore, dove il servizio agli altri diventa un tratto distintivo del cristiano, che si pone accanto in questa fraterna attenzione alle esigenze di chi incontra. E la lavanda a quei piedini innocenti diventa un modo per balbettare quel «Grazie. Tu soffri per me», che non si riesce a pronunciare. I bambini dal canto loro sono anche incuriositi di quel gesto che magari non comprendono fino in fondo. E sorridono al vescovo inginocchiato davanti che gli bagna i piedi. Attorno i genitori e tutti coloro che vivono l’ospedale ad osservare la potenza di un momento semplice e familiare.

La Messa si conclude. Interviene Enrico Castelli, direttore dell’unità di riabilitazione, che, insieme ad Alessio Calandrelli, ha rappresentato la dirigenza dell’ospedale. Castelli ringrazia il vescovo per aver «completato il giro», ovvero dopo aver visitato l’ospedale diverse volte per inaugurare aree e nuovi dispositivi, «per la prima ha celebrato la Messa in questo luogo, mai nessun vescovo l’aveva fatto qui, soprattutto in un periodo, quello della Pasqua, che ci ricorda la speranza e a la gioia della Resurrezione».

Il vescovo ringrazia e saluta il cappellano dell’ospedale don Salvatore Rizzo, che è anche parroco a Santa Marinella, e don Felice Riva, cappellano della sede di Palidoro del Bambino Gesù. Alla fine uno scambio di doni. E la visita ai piccoli rimasti in stanza.

Simone Ciampanella

foto filippo Lentini

(18/04/2017)