Ben ventiquattro, nell’edizione di quest’anno, sono stati gli studenti della Scuola di Teologia di Ladispoli “Cardinale Eugenio Tisserant” che hanno ricevuto dalle mani del vescovo Reali l’attestato di studi teologici. È il riconoscimento formale di un cammino triennale fatto di frequenza alle lezioni, attenzione in aula e appunti, studio personale, verifica con esame. Un cammino serio di impegno: tutti i venerdì pomeriggio, da ottobre a giugno, per tre anni. A sentirla così potrebbe anche spaventare, certo.Ma la “Scuola Tisserant” cammina da oltre trent’anni. Il fatto è che quando nella formazione ci si crede sul serio, si cerca di puntare al massimo. Il bello è che i risultati non mancano.
Chiariamo subito che non si tratta di alta formazione accademica, né ricerca di teorie alla moda, né, tantomeno, di cultura fine a se stessa. Qui l’insegnamento ha come base necessaria il testo del Catechismo. La cultura, cioè l’approfondimento, mira ad una crescita morale e spirituale dello studente. L’obiettivo è quello di restituire alle parrocchie laici formati e più consapevoli. La giornata della consegna degli attestati, lo scorso 27 gennaio, ha espresso tutti questi valori insieme. Nelle testimonianze dei ventiquattro diplomati la consapevolezza non di essere arrivati, ma, al contrario, di cominciare ora il vero cammino, quello dell’approfondimento personale e soprattuto della testimonianza della vita, di ciò che si è scoperto e appreso.
Nell’attesa dell’arrivo del vescovo alcuni studenti hanno reso delle testimonianze davvero sincere e toccanti, ringraziando i docenti della scuola e gli altri compagni per tutto quello che hanno ricevuto. Ciascuno ha il proprio punto di partenza personale: chi è arrivato tra i banchi di scuola perché consigliato dal parroco, chi dopo aver letto un articolo su internet o sul giornale, chi, infine, perché è stato contattato e “contagiato” da un altro studente. “A Scuola si arriva così, hanno detto, e poi pian piano ci si lascia incantare dal un mondo del tutto insospettato”.
In effetti è vero: pochi cristiani, anche tra quelli che frequentano la parrocchia, riescono ad immaginare quanto possa essere bello, importante e fecondo approfondire la propria fede. Approfondire quella fede senza la quale è impossibile piacere a Dio, quel Credo che ripetiamo a Messa senza purtroppo riuscire a misurarne completamente la ricchezza. Ma senza questo fondamento, oggi, (soprattutto oggi, tempo post–moderno e post–cristiano, di incontro con esperienze religiose diverse e rampanti), è quasi impossibile restare cristiani. Formazione, infatti, e non a caso, è la parola d’ordine da qualche tempo. E a Ladispoli ci si crede in questa parola. Ci si investe tempo e risorse. Nell’attesa che la risposta da parte del territorio e delle parrocchie continui a crescere. È esattamente quanto ha auspicato monsignor Reali nel suo intervento a conclusione della giornata, dopo aver ringraziato docenti e studenti del loro impegno: “grazie alla Scuola, in diocesi c’è da oltre trent’anni una risposta all’urgente bisogno di laici ben formati e collaboratori generosi nelle comunità parrocchiali”.
Roberto Leoni
(06/02/2017)