Un 'anno eucaristico' per la diocesi di Colombo

Nel preparare la diocesi a vivere intensamente l'Anno Eucaristico (agosto 2010 - agosto 2011) l'allora arcivescovo di Colombo (Sri Lanka), oggi cardinale, mons. Ranjith spiega ai sacerdoti che la vera celebrazione eucaristica deve collocarsi nel pieno rispetto delle norme della Chiesa in materia liturgica. Pubblichiamo, tradotti, alcuni passaggi del suo intervento.


di Malcolm A. Ranjith 


Dal giorno dei malati dell’agosto 2010 al giorno dei malati dell’agosto 2011, fisseremo l’attenzione sul mistero del SS.mo Sacramento dell’Eucaristia. Essa è la chiave per una vita autenticamente eroica di fede. Papa Benedetto nella sua Esortazione Apostolica post sinodale “Sacramentum Caritatis” ha dichiarato che “non c’è nulla di autenticamente umano – pensieri e affetti, parole ed opere – che non trovino nel sacramento dell’Eucaristia la forma adeguata per essere vissuto in pienezza. Qui emerge tutto il valore antropologico della novità radicale portata da Cristo con l’ Eucaristia: il culto a Dio nell’esistenza umana non è relegabile a un momento particolare e privato, ma per natura sua tende a pervadere ogni aspetto della realtà dell’individuo. Il culto gradito a Dio diviene così un nuovo modo di vivere tutte le circostanze delI’esistenza in cui ogni particolare viene esaltato,in quanto vissuto dentro il rapporto con Cristo e come offerta a Dio” (SC 71). Sì, la vita cristiana non è concepibile senza l’Eucaristia e non può essere vissuta in pienezza. Per questo, nei suoi oltre 2000 anni di storia, la Chiesa ha custodito questa eredità in modo gelosissimo, a cominciare dagli eventi del Giovedì Santo nell’Ultima Cena e il Calvario e lungo i secoli fino ad oggi.

 
PERCHE’ LA DISCIPLINA LITURGICA?

Parlando proprio di questo, Papa Giovanni Paolo II lamentò che “soprattutto a partire dagli anni della riforma liturgica post-conciliare, per un malinteso senso di creatività e di adattamento, non sono mancati abusi che sono stati motivo di sofferenza per molti” (Eccl. De Eucharistia 52). Il venerato Papa continua dicendo “sento perciò il dovere di fare un caldo appello perché, nella celebrazione eucaristica, le norme liturgiche siano osservate con fedeltà. Esse sono un’espressione concreta dell’autentica ecclesialità dell’Eucaristia; questo è il loro senso più profondo. La liturgia non è mai proprietà privata di qualcuno, né del celebrante né della comunità nella quale si celebrano i Misteri ... Il sacerdote che celebra fedelmente la Messa secondo le norme liturgiche e la comunità che a queste si conforma dimostrano, in un modo silenzioso ma eloquente, il loro amore per la Chiesa ... A nessuno è concesso di sottovalutare il Mistero affidato alle nostre mani: esso è troppo grande perché qualcuno possa permettersi di trattarlo con arbitrio personale, che non rispetterebbe il carattere sacro e la dimensione universale” (ibid.). Lo stesso è affermato a chiare lettere nei documenti più recenti della Santa Sede, quale la “Redemptionis Sacramentum" del 2002 e la “Sacramentum veritatis” di Papa Benedetto del 2007.


IL CONCILIO ED IL TRAVISAMENTO DEL SUO VERO SPIRITO

In effetti, l’allora Cardinale e attuale Papa Joseph Ratzinger in un'approfondita analisi di ciò che si sviluppò in alcuni ambienti riguardo all’interpretazione del Concilio Vaticano II, dichiarava quanto segue: “il vero Concilio, già durante le sue sessioni e poi sempre di più nei periodi successivi, fu avversato da uno 'spirito del Concilio' fatto a propria misura, che in realtà era un vero 'anti-spirito' del Concilio. Secondo tale pernicioso anti-spirito (Konzils Ungeist in tedesco), qualsiasi cosa nuova è sempre e comunque meglio di quanto è o è stato. E’ l’anti-spirito che sostiene che la storia della Chiesa comincerebbe veramente con il Vaticano II, visto come una sorta di 'punto zero' (vedi il libro di Ratzinger: Rapporto sulla Fede). Lo stesso Cardinal Ratzinger fu un perito del Concilio Vaticano II e lavorò a stretto contatto con le commissioni teologiche sulle Costituzioni conciliari come il De Revelatione, Lumen Gentium e Gaudium et Spes. Lui stesso considerò come perniciose le ultime 'liberalizzazioni' delle norme e tradizioni della liturgia. E’ bene ricordare che la Costituzione conciliare sulla Sacra Liturgia Sacrosanctum Concilium, mai ha incoraggiato tale senso di libertà dalle norme liturgiche, anzi ha insistito che l’ordinamento della Sacra Liturgia compete unicamente alla Sede Apostolica (cfr. SC 22,1) e, a un grado minore, ai Vescovi (cfr. SC 22,2): "di conseguenza, assolutamente nessun altro, anche se sacerdote, osi, di sua iniziativa, aggiungere, togliere o mutare alcunché in materia liturgica” (SC 22,3). Queste parole non sono mie, ma del Concilio. Se qualcuno perciò decidesse di fare come gli piace, non conosce né la teologia del Concilio né la liturgia e rivelerebbe soltanto la propria ignoranza e arroganza.

 
PROGRAMMA DELL’ANNO EUCARISTICO

L’Anno Eucaristico, cari Padri, vuole dunque introdurre uno spirito di maggiore nobiltà e dignità, come pure di venerazione verso il sacro nella liturgia, specialmente nell’Eucaristia e nei Sacramenti. Incoraggiamo le devozioni eucaristiche, noi stessi celebriamo devotamente le processioni, le Ore Sante, invitiamo a ricevere la Santa Comunione sulla lingua e in ginocchio, abbelliamo liturgicamente i nostri santuari, introduciamo forme di arte sacra, teniamo sempre pulite le tovaglie dell’altare, gli oggetti sacramentali siano graziosi, preparatevi con maggior cura spiritualmente per l’Eucaristia, si indossino sempre gli abiti liturgici prescritti, organizziamo raduni eucaristici, motivate i fedeli a trarre ispirazione dal mistero dell’Eucaristia per preoccuparsi dei poveri, dell’evangelizzazione e del valore della testimonianza di vita. Possiamo dire anche che il modo trasandato con cui a volte trattiamo l’Eucaristia, allontana la nostra gente dalla Chiesa. Operiamo dunque un coraggioso cambiamento paradigmatico in questa materia durante questo speciale Anno di Grazia. Prendiamo il largo confidando nel Signore!

15 marzo 2010
 

+ Malcolm Ranjith
Arcivescovo di Colombo

 

(traduzione di Don Giorgio Rizzieri)
articolo originale in inglese: http://www.archdioceseofcolombo.com/news.php?id=933