Questo Bambino è la nostra sola Speranza

Anno dopo anno, si rinnova il racconto del Natale. Nonostante il volgere dei tempi, la Chiesa continua a suonare le campane a mezzanotte e annuncia al mondo, ai propri figli battezzati, e a tutti, che nella nostra storia, duemila anni fa, è entrato fisicamente Dio. Il Verbo si è fatto carne ed è venuto ad abitare in mezzo a noi.

C’era bisogno del Natale? Ed è possibile credere, oggi, che il Dio invisibile abbia preso un corpo e un’anima umana e si sia reso visibile? E non sono stati più fortunati coloro che lo hanno visto, incontrato e toccato, rispetto a noi? E che cosa ha portato questo inserimento divino nella storia degli uomini?

La risposta a queste domande, legittime, soprattutto ora che siamo afflitti dal dubbio circa la nostra fede e non sappiamo cosa rispondere a coloro che credono diversamente da noi … la risposta a queste legittime domande, il credente la riceve dalla Chiesa, che è madre e maestra. La Chiesa di sempre, quella che resta fedele al Vangelo.  Sì, a partire dal catechismo, poi l’insegnamento della religione a scuola, poi la predicazione domenicale in Chiesa e, un pò ovunque nelle nostre Parrocchie, l’offerta di una catechesi settimanale sulla Parola di Dio. Dunque, una risposta c’è alle domande dell’uomo.

Ma ci chiediamo ancora: il Natale non è solo un racconto? Magari anche un bel racconto, ma che non ha molto a che fare con la vita reale delle persone e del mondo coi suoi problemi? Se è vero che Dio è entrato nella storia, non è forse vero che questo non ha effettivamente cambiato le cose?

L’ingresso di Dio nella storia, il Figlio di Dio venuto in mezzo a noi per salvarci non è un mito, una favola da rispolverare in mezzo alle luci colorate, ma un evento reale che la storia l'ha cambiata, e per sempre.

Certo, come molti contemporanei di Gesù – questo è il nome del Salvatore, il Figlio di Dio – anche noi ci aspetteremmo un arrivo trionfale, un’onnipotenza che si impone e vince sul male. E così, in effetti, non è stato.

Il presepe con la sua semplicità e povertà parla di un’onnipotenza divina che si fa incredibilmente piccola e umile, proprio per rispettare la nostra libertà. Il presepe ci parla di una proposta, non di un’imposizione: il mondo non cambia se una forza dall’esterno impone ciò che è giusto. Il mondo può cambiare solo dal di dentro, cioè se cambia il cuore dell’uomo.

Per questo il Figlio di Dio si è fatto uomo e il Verbo si è fatto carne: per insegnare all’uomo, a ciascuno di noi oggi, qual è la strada della verità, della bellezza e dell’amore. Dio si è fatto uomo per dare all’uomo la possibilità di essere come Dio. Dio si è fatto uomo per vincere il male con la forza, sì, ma la forza disarmata del bene.

Lo sappiamo, questo Bambino è lo stesso uomo che pende dalla croce, dove è salito volontariamente per dirci come si vince il male: con un amore più forte. E che Dio ha aperto per primo una strada di speranza, insegnando all’uomo che, se vuole, può cambiare se stesso e il mondo.

Il Natale allora non è una favola, né un mito. Sì, l’uomo moderno ancora un po’ si illude che scienza, progresso, tecnologia, riusciranno a salvarlo, a risolvere i suoi problemi, a creare finalmente un mondo migliore. Ma sa bene – anzi, ora lo sappiamo tutti – che non solo non è così, ma è vero il contrario: il progresso e la tecnologia finiscono sempre nelle mani di pochi malvagi determinati a opprimere gli altri come schiavi.

Ecco allora la luce del Natale. Non la luce artificiale con cui invano tentiamo di rallegrarci. Ecco il dono del Natale. Ma non un qualsiasi dono, stanco e senza amore. Ecco allora la gioia del Natale. Ma non la gioia che non riusciamo più a trovare, delusi come siamo del passato e spaventati del futuro.

Il Natale viene dall’alto, è di Cristo, il Figlio di Dio. E’ un dono sempre nuovo, come è sempre nuovo ed eternamente giovane Dio. Solo lui può rinnovare questa nostra storia, illuminandola dal di dentro e offrendo a ciascuno la possibilità di fare altrettanto. Di vivere nella luce, di essere noi stessi luce.

Sarà un Natale di luce e di speranza. Ma solo se accoglieremo il Figlio di Dio nella nostra vita. Rinnoviamo la nostra fede in lui, che è l’unico capace di aiutare l’uomo e salvare la sua storia. Perché questo Bambino è l’unica speranza che ci rimane.

Buon Natale.

don roberto leoni

 

 

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