Verso l'Anno Santo

Focene si prepara a vivere il Giubileo


Due sono state le iniziative che stanno preparando la comunità di Focene a vivere il grande Giubileo del 2025. La prima iniziativa si è vissuta nel mese di novembre in occasione del riavvio degli incontri mensili del gruppo di preghiera di Padre Pio. In quella occasione, avendo voluto porre sullo sfondo, in filigrana, la figura di San Pio da Pietrelcina come autentica e viva “porta di Speranza”, si è chiesto ad un ospite apprezzato, don Roberto Leoni, di ripercorrere in modo panoramico i Giubilei della storia della Chiesa, dal primo con Bonifacio VIII, nel 1300, fino ai giorni nostri. Con linguaggio semplice, armonico ed efficace don Roberto ha fatto vibrare le corde del cuore ad una numerosa presenza di adulti, ed ha illuminato le coscienze sulle verità più essenziali del Giubileo.

Il secondo incontro, vissuto alla vigilia dell’Immacolata ha visto partecipi tutti coloro i quali sono coinvolti nella frequentazione del catechismo e dell’oratorio, interessando anche persone di tutte le fasce di età, che hanno gremito la chiesa. 
L’incontro è stato strutturato usando l’immagine di un “viaggio a tappe” guidato da tre voci. La prima tappa ci ha proiettato nell’Antico Israele, popolo con il quale il Signore sigillò l’Antica Alleanza. Emiliano Esposto, prima voce dell’incontro, partendo dal libro del Levitico, ha presentato il primo Giubileo della storia; ha spiegato il significato etimologico della parola Giubileo; ha rimarcato l’attenzione sul numero sette con il quale si datava il tempo dell’anno Giubilare. Seguendo lo schema di una esposizione crescente è partito dal settimo giorno della creazione, nel quale Dio riposò, giorno in cui anche l’uomo è chiamato a riposare, consacrandolo al Signore; poi è passato al settimo anno, denominato sabbatico, anno del riposo della terra; e, infine, moltiplicando sette per sette si arriva al quarantanovesimo anno, per dare inizio con l’annuncio del suono del corno dell’ariete al cinquantesimo anno. È l’anno giubilare. 
A riguardo di questa speciale ricorrenza Emiliano ha fatto notare che in quest’anno si aggiungevano tre nuovi elementi alle diposizioni riguardanti l’anno sabbatico: azzeramento dei debiti; il ritorno alla terra della quale si era proprietari - quella che era stata divisa per dodici tribù quando il popolo d’Israele era entrato nella terra di Canaan-; in più lo schiavo israelita ritornava in libertà, per ricordare che il Signore aveva liberato i figli d’Israele dalla schiavitù egiziana. Il fine dell’anno giubilare era il ritorno nell’ordine che il Signore aveva decretato al tempo dell’ingresso nella terra promessa. 

La voce nella seconda tappa del “viaggio” è stata quella di Letizia Mengoni, la quale ci ha portato al primo Giubileo vissuto dal nuovo popolo del Signore, quello dei cristiani. A volo di rondine ci ha presentato a partire da Bonifacio VIII tutti i pontefici nel cui pontificato è stato celebrato uno o anche più Giubilei fino ad oggi. Letizia ci ha anche descritto e mostrato l’abito che indossava il pellegrino di ieri e di oggi, spiegandoci il significato dei suoi simboli e dell’itinerario tracciato perché lui si potesse recare nei principali luoghi di culto della Cristianità: Roma e Gerusalemme. Per finire ci ha esposto il significato della Porta Santa e le procedure che la Chiesa mette in atto per la sua apertura. Il suo intervento concludeva affermando come la “Porta Santa” sia segno di Cristo, Porta aperta dal Padre all’umanità per la sua salvezza. 


La terza voce della serata è stata quella del parroco, che ha esposto le verità essenziali per una fruttuosa celebrazione del Giubileo e le condizioni per lucrare l’indulgenza plenaria che la Chiesa sempre concede ai suoi figli in queste particolari circostanze. 
La serata è stata ben partecipata dalla comunità parrocchiale che si è potuta giovare di un linguaggio semplice, dell’accompagnamento gioioso del canto, ed anche di una esposizione supportata dai moderni mezzi di comunicazione con la proiezione di alcune slides. 

L’intervento inaspettato di un bambino, Francesco, ha confortato i presenti e anche gli organizzatori, ponendo una domanda dalla quale lasciava trasparire che il contenuto dell’incontro, in qualche modo, aveva sortito il suo effetto. Il bimbo dimostrando di essere entrato pienamente nello spirito dell’anno Giubilare, ha fatto questa ragionevole considerazione: come faccio io a pagare i miei debiti se ancora non mi posso confessare (perché non ho ancora fatto la prima confessione)? Il suo intervento ha fatto sorridere ma ha fatto anche riflettere: il viaggio spirituale che la comunità si era prefissata di compiere per mettere in luce la verità centrale di un anno Giubilare: il ritorno dell’uomo al suo Signore e Redentore; in qualche modo veniva colto e accolto anche dai più piccoli. 


Con questo auspicio concludiamo richiamando un versetto di un Salmo che può racchiudere il desiderio che il Signore, per mezzo di un Giubileo, vuole che ogni uomo possa realizzare: Riconoscete che il Signore è Dio; egli ci ha fatti e noi siamo suoi, suo popolo e gregge del suo pascolo (Sal 99,3). Gesù stesso, voce ultima e definitiva del Padre, attualizza questo invito con le sue stesse parole: Convertitevi e credete al Vangelo (Mc 1,15). In fondo, a questo serve il Giubileo.

don Giuseppe Carrabetta, parroco

 
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