“Alla domanda sul perché della morte improvvisa e tragica dei nostri giovani sull’asfalto il Signore risponde con la croce di Cristo. Non ci sono parole umane in grado di illuminare un buio profondo. Ma Dio non tace e ci viene incontro con tenerezza e misericordia”. Questo il passo più toccante dell’omelia di Mons. Ruzza nel corso della celebrazione in ricordo delle Vittime della Strada, vera tradizione ormai del Santuario di Santa Maria in Celsano, lo scorso 5 novembre.
Sempre atteso questo momento, da tante famiglie che una volta l’anno hanno la consolazione di vedere i volti dei loro cari sull’altare dove viene celebrata la Messa, sotto l’immagine della Madonna, così vicini al mistero di Dio e affidati alle mani del Padre. Lumi accesi e portati all’altare, come segno di fede e di vita eterna, in grado di rischiarare il buio del dolore di chi ha improvvisamente perso una persona cara a causa di incidenti stradali.
La Chiesa sente il dovere di ricordare e pregare, di chiedere aiuto per i vivi – genitori, fratelli, coniugi – che ogni giorno ricordano, pregano e piangono. Ma anche aiuto e misericordia per i defunti, in questo mese di novembre dedicato a loro. “Nella morte – ha detto il Vescovo – nulla va perso, perché l’amore di Dio è più forte della morte e le anime dei giusti sono nelle sue mani forti di Padre, nulla le può strappare via”.
Usciamo ed è già notte; nel buio, i mesti rintocchi della campana ci ricordano la triste realtà della morte. Ma nella Chiesa è tanta luce e pace. Perchè qui la nostra Madre della consolazione ci accoglie sempre e asciuga le lacrime di quelli che soffrono.
Maria Rigali
foto: Daniele Baiano