Santa Severa, un simposio sulla realtà storica del culto della martire
Un binomio quello di "Santa Severa e Franca Gentile", diviso dal tempo di ben oltre sedici secoli di storie e alterne vicende strettamente collegate alla prima e tuttavia, nella seconda, unito invisibilmente tanto da suscitare un “interesse e innamoramento della figura martirizzata” veramente particolare, la studiosa Franca Gentile. Conosciuta nell’ambiente archeologico locale di Santa Severa e del circondario e sconosciuta ai più, Franca Gentile con Flavio Enei e ai membri del GATC fu tra coloro che tanto hanno studiato e viaggiato; il loro grande impegno li conduce nel 2008 a far emergere alla luce i resti della chiesa paleocristiana del 6° secolo ritrovata nella Piazza della Rocca all’interno dell’omonimo castello. A loro due dobbiamo gratitudine perché tale ritrovamento ha cambiato radicalmente le sorti terrene di Severa: Franca e Flavio insieme al GATC.
Quindi, a Severa e Franca Gentile è stato dedicato il Simposio multiculturale che si è tenuto nella chiesa di Santa Maria Assunta sotto l’egida della parrocchia di Sant’Angela Merici e di d. Stefano; primo evento culturale in assoluto in cui sono stati illustrati tutti gli aspetti della vita e degli avvenimenti della giovanissima Martire romana e della sua famiglia: la madre Seconda, il padre Massimo, i fratelli Marco e Calendino. Martirizzati i tre maschi, defunta in altra maniera Seconda.
Dagli onori degli altari, come avviene per tutti i Santi riconosciuti dalla Chiesa Universale, e arrivare alla revisione dalla Bibliotheca Sanctorum che la cancellò e rimosse dall’elenco, ritenendo il suo culto indegno di fede, frutto di fantasie e credenze popolari, come di errori degli amanuensi e dei bollandisti che redassero le Passio a lei titolate. Scomparve così Severa nella polvere del tempo e solo dal 2013 si è ritornati a celebrarla solo localmente.
Introdotto coi saluti di d. Stefano e del Sindaco di Santa Marinella avv. Tidei nella chiesa stracolma, l’evento culturale ha messo sotto la lente d’ingrandimento ogni aspetto possibile della vicenda umana di Severa, mostrando in anteprima assoluta quei documenti che hanno, di fatto, creato il vuoto e il nulla intorno alla pre-adolescente che non volle abiurare la sua fede in Gesù Cristo e per questo venne trucidata.
I santaseverini che accolsero con dignità e accettarono le decisioni dei padri Conciliari, dopo oltre settanta anni hanno finalmente potuto sapere la realtà e conoscere l’andamento della storia di Severa, sia dalle relazioni della dott.ssa Federica Fulgenzi-storica che, ovviamente, dal dott. Flavio Enei-archeologo di fama nazionale ed internazionale. E, tutti nessuno escluso, soddisfatti, poiché si può ipotizzare una nuova storia legata a Severa. Il testimone è idealmente passato da Franca ad altri “innamorati di Severa” e non è caduto ne è stato dimenticato chissà dove, ma è ora ben saldo nelle mani di chi l’ha invisibilmente ricevuto.
Alessandro Pielich
foto: Michela Piccardi