Sant’Ignazio di Loyola nacque ad Azpeitia, un paese basco, nell’estate del 1491, il suo nome era Iñigo; settimo figlio maschio di Beltran Ibañez de Oñaz e di Marina Sanchez de Licona, appartenenti al casato dei Loyola, uno dei più ricchi e potenti della provincia di Guipúzcoa. Dopo la nascita Iñigo perse la madre; nonostante fosse destinato alla carriera sacerdotale, dimostrò di preferire la vita avventurosa del cavaliere. Per questo nel 1506 il padre lo mandò ad Arévalo, in Castiglia, da don Juan Velázquez de Cuellar, ministro dei beni del re Ferdinando il Cattolico, perché ricevesse un’educazione adeguata. Morto nel 1517 don Velázquez, il giovane Iñigo si trasferì presso il duca di Najera e viceré di Navarra, al cui servizio si trovò a combattere varie volte. Nel maggio 1521, durante l’assedio del castello di Pamplona, ad opera dei francesi, una palla di cannone lo ferì ad una gamba. Tornato a casa subì due dolorose operazioni, in conseguenza delle quali una gamba gli rimase più corta dell’altra.
Fu durante la convalescenza che, non essendovi in casa libri cavallereschi, cominciò a leggere due libri: la “Vita di Cristo” di Lodolfo Cartusiano e la “Leggenda Aurea” di Jacopo da Varagine. In conseguenza di queste letture, comprese che l’unico che meritava i suoi servigi di cavaliere fosse il Signore Gesù Cristo. Appena ristabilito, decise di recarsi a Gerusalemme; partì nel febbraio 1522, fermandosi all’abbazia benedettina di Monserrat dove fece una confessione generale, si spogliò degli abiti cavallereschi vestendo quelli del povero e fece il primo passo verso la vita religiosa con il voto di castità perpetua. A causa della peste non poté raggiungere Barcellona e si fermò a Manresa dove per più di un anno condusse vita di preghiera e di penitenza. In una grotta prese a scrivere una serie di meditazioni e riflessioni che, successivamente rielaborate, formarono il libretto degli “Esercizi Spirituali”.