Era il 1822 quando gli abitanti dell’antica Galeria, piccolo fortilizio di origini etrusche nella valle dell’Arrone, decisero di abbandonare le proprie abitazioni per trasferirsi attorno all’antichissima Chiesa di Santa Maria in Celsano, costruendo un borgo che è l’attuale “Santa Maria di Galeria”.
Vivere a Galeria era diventato impossibile sia per le precarie condizioni economiche, sia perché il fiume Arrone, nei caldi mesi estivi, diventava causa di ricorrenti febbri malariche. Se c’era un posto in cui trasferirsi per poter ricominciare a vivere era l’amena collina su cui si trova la Chiesa dedicata alla Vergine Maria che, col vicino acquedotto alsietino, era un posto decisamente migliore.
Dopo l’abbandono, Galeria servì come cava di materiale per costruire le nuove abitazioni, tutte raccolte in un unico edificio che cinge la Chiesa da ogni lato. Così furono decine le famiglie che andarono a vivere tutte sotto lo stesso tetto … compreso il parroco. Il titolo parrocchiale di Sant’Andrea fu trasferito l’8 dicembre 1864 da Galeria al nuovo Borgo e in quell’anno fu aggiunto il fonte battesimale, composto da un’antica colonna con una vasca di marmo, provenienti dagli scavi di Roma. In seguito giunsero a Santa Maria di Galeria anche le suore Missionarie del Sacro Costato, responsabili dell’asilo e delle scuole elementari. L’anno di nascita del Borgo di Santa Maria di Galeria è dunque il 1822, esattamente duecento anni fa; sul torrino che sovrasta l'arco d'ingresso è la scritta "Anno Domini MDCCCXXII".
Purtroppo anche Santa Maria di Galeria è rimasta senza abitanti quando, agli inizi degli anni Duemila, i nuovi proprietari, subentrati al Collegio Germanico Ungarico, scelsero di non rinnovare i contratti d’affitto determinando così lo spopolamento del borgo – eccezion fatta per lo storico ristorante “Da Claudio” e, naturalmente, la Chiesa di Santa Maria in Celsano.
Proprio questa antica Chiesa, di origini paleocristiane, sin dal medioevo è custode di un’icona mariana alla quale vengono attribuiti moltissimi miracoli e per questo è stata elevata alla dignità di Santuario l’8 dicembre 2015, con il titolo di “Santa Maria in Celsano Madre della Consolazione”.
Da allora è iniziato un nuovo cammino inteso a restituire a questo straordinario luogo la sua dignità, per troppo tempo offuscata da un uso strumentale come set cinematografico e ‘location’ di incessanti matrimoni. La sfida che attende oggi la comunità di Osteria Nuova, e la Diocesi stessa, è quella di custodire la storia e valorizzare questo prezioso patrimonio di fede e di arte per consegnare alle generazioni future un luogo così importante. (RED. - r.l.)