Quest’anno il campo diocesano di Azione cattolica, tenutosi dal 4 al 10 luglio presso la Casa di spiritualità “Regina della Pace” di Tarquinia, ha radunato 30 ragazzi dell’età compresa tra i 12 e i 18 anni appartenenti alle diocesi di Porto-Santa Rufina e di Civitavecchia-Tarquinia. A guidare spiritualmente il gruppo la preziosa e costante presenza di don Salvatore Barretta, assistente diocesano del Settore Giovani di Porto-Santa Rufina, con il sostegno di don Herbert Djibode Aplogan, assistente diocesano di ACR di Civitavecchia-Tarquinia. Molto apprezzata è stata la presenza del vescovo Gianrico Ruzza, che ha trascorso una serata con i partecipanti condividendo un piccolo pezzo del cammino.
Diversi ragazzi, provenienti da parrocchie di entrambe le diocesi, e i rispettivi educatori sono stati coinvolti nel tracciare il sentiero del cammino per “l’inizio di una nuova era”. Lo strumento essenziale di questo sorprendente viaggio è stato una radiolina vintage portatile con la quale i ragazzi hanno potuto sintonizzarsi con la frequenza che ha fatto vibrare il loro cuore: Radio Profezia, accompagnata dalla voce del brillante Zio Tobia che ha ospitato i grandi profeti di un tempo. Gli ascoltatori, intervenendo, hanno posto ai profeti dubbi e curiosità sulla risorsa relativa al prestare la propria “voce” per conto di Dio.
I profeti Giona, Geremia, Elia, Simeone e Giovanni il Battista, incontrati nelle diverse giornate, sono stati affiancati dai “profeti di oggi” incarnati nella figura dei grandi laici di Azione cattolica distintisi per esser stati testimoni e profeti al di là del tempo, vicini alle storie dei giovani credenti.
Un percorso di 7 giorni intriso di tematiche profonde che ha consentito ai ragazzi di vivere momenti di gioco e di riflessione, di condivisione, di preghiera e di ricerca con tenacia e autenticità, tessendo le fila del mosaico dei loro vissuti e mettendo in luce gli ostacoli e le difficoltà incontrate nella vita di tutti i giorni.
Grazie a ciò sono stati in grado di affrontare il viaggio utilizzando concretamente la bussola con le coordinate dei propri sentimenti; hanno dimostrato di saper riconoscere le paure vissute come palle al piede che affaticavano i loro cammini, possedendo l’abilità di guardare oltre le proprie incertezze e indicando una nuova prospettiva: quella di mostrarsi coraggiosi nella testimonianza di Cristo. Questi piccoli passi del percorso sono stati essenziali per un cambiamento generativo della capacità di lungimiranza oltre il tempo e lo spazio, attraverso lo sguardo della semplicità di una candela che lentamente si consuma.
Gli ultimi due giorni trascorsi hanno consentito di raccogliere quanto seminato lungo il cammino da trasmettere nella vita di tutti i giorni, come i discepoli di Emmaus che lungo il sentiero hanno assaporato la bellezza dell’Incontro che fece loro «arder il cuore nel petto». Preziosa è stata anche la presenza di don Giovanni Soccorsi, assistente unitario dell’Azione cattolica di Porto-Santa Rufina, che ha accompagnato i ragazzi nell’approfondimento relativo ai discepoli di Emmaus.
La serata più suggestiva e commovente, infine, è stata la condivisione delle lettere di testimonianza dell’esperienza, vissuta in spiaggia sotto le stelle, nella quale sia gli educatori che i ragazzi hanno espresso la loro gratitudine nell’essersi messi in gioco in un’esperienza al di là di ogni descrizione possibile, la cui essenza rimarrà impressa nei loro cuori.
L’ultima giornata è stata di testimonianza con i genitori tramite la partecipazione alla Messa e il pranzo in condivisione. Triste è stato il momento del ritorno a casa accompagnato, allo stesso tempo dalla promessa di incontrarsi nuovamente nei prossimi giorni.
È questo il segno del percorso tracciato dalla Provvidenza: aver riunito le storie di due grandi diocesi, in poco tempo divenute un’unica grande famiglia.
Sebastiana Biondo