«Famiglia, dove andiamo?»

Incontro sinodale alla Giustiniana

Secondo appuntamento sinodale nella parrocchia Beata Vergine Maria Immacolata (La Giustiniana) sul tema: “Famiglia, dove andiamo?” Giornata di confronto-incontro, ma anche di agape fraterna, per alimentare il senso di appartenenza e di condivisione. Per creare comunità, come ci insegna il Maestro, proprio nella giornata del Corpus Domini, come ha sottolineato il parroco padre Giuseppe Tristaino. 

E, nonostante il clima e la giornata ormai parte dei fine settimana estivi e ricreativi per tanti, la partecipazione è stata significativa e ampia. Si è cominciato con la celebrazione eucaristica della mattina, continuando poi con l’incontro introdotto da Andrea e Angela che hanno utilizzato il linguaggio di foto simbolo, per suscitare in maniera provocatoria e condivisa, le reazioni su come sentirsi famiglie oggi, a prescindere dalle età diverse e dalle più disparate situazioni. Confronto continuato con le esperienze delle famiglie, raccontate da Paloma e Andrea, che con la freschezza dei loro 16 anni, hanno testimoniato soprattutto la bellezza e la ricchezza delle esperienze famigliari in cui stanno crescendo. Senza, peraltro nascondersi le difficoltà e le voci di amici che chiedono alla comunità cristiana di condividerle il più possibile. 

Ed è proprio da queste voci e stimoli che si vuole partire per il futuro. Nella discussione serena e che è proseguita con le voci di tanti interventi, più persone hanno sottolineato che sulla famiglia bisogna puntare per costruire comunità solide, accoglienti, inclusive e aperte. Senza trascurare i problemi e le fatiche ordinarie. A cominciare, è una priorità, da quelle che vivono le famiglie con situazioni di fragilità. Innanzitutto, quando sono presenti situazioni di disabilità (genitori che avvertono, spesso, solitudine o la difficoltà di percorsi formativi cristiani adatti per i bambini); o quelle coppie che vivono tensioni che – se portate alle estreme conseguenze – rischiano di provocare vere e proprie fratture insanabili. Occorre in questi casi anche la capacità di educare a gestire i conflitti ordinari.

Su questi cardini, e magari anche su altri che nelle prime settimane di settembre matureranno, dovrà essere costruito il programma pastorale parrocchiale dei prossimi anni. E la matrice di base su cui il parroco vuole costruire il futuro di questa comunità è chiara e ribadita: i laici devono essere corresponsabili di questi percorsi, non semplici collaboratori. È un salto di mentalità, quella generata dal cammino sinodale che, partendo dall’ascolto e costruendo insieme sulla reciprocità e la condivisione, davvero abilita a costruire un volto nuovo della Chiesa e delle comunità che di essa fanno parte.

Vittorio Sammarco

 
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