Un gesto di violenza che offende tutti

Palidoro, rubata la statua della Madonna davanti alla Chiesa

Non si capisce il perchè. O, al contrario, si capisce fin troppo bene. E' la violenza e la guerra che da tempo covano, anche tra noi, e che, periodicamente, si fanno riconoscere. Due giorni fa, proprio ad un mese dalla morte di Don Antonio Ghirighini, Parroco bravo e buono a Palidoro, qualcuno ha pensato bene di rubare la statua della Madonna che era nella piazza del Borgo.

Ovviamente non si tratta di un bene di valore storico ed artistico: era una statua di nessun valore, messa lì appena dieci anni fa. Ma - vi verrà magari da ridere - era l'immagine di nostra Mamma. E ci eravamo tutti affezionati. Per favore, non si dica che è stata una cosa da nulla, una ragazzata. Non è così: è, anzi, l'ennesimo allarme di un mondo che va a fondo, visto che non si riesce neanche più a rispettare un segno tangibile di quella fede che da duemila anni fonda la nostra civiltà.

Eravate almeno in due o tre ad armeggiare per portarla via, chissà per farci che. Quel volto mite e dolce, quegli occhi, non vi hanno detto niente? Da piccoli l'avete detta anche voi l'Ave Maria, colle manine giunte. Quegli occhi hanno continuato a seguirvi, anche se erano di una statua di cemento bianco, senza altro valore se non quello dato dal rispetto e dalla devozione dei fedeli. Sì, erano tanti a passare in piazza e a farsi il segno della croce. E tutti, ora, si chiedono: ma perchè? Un gesto così sciocco, cattivo, offensivo verso la Madre del Signore e verso tutti i suoi figli, che non sono pochi.

Ma non vi preoccupate, quella Mamma continua a volervi bene, come solo Lei riesce a fare. Noi, magari, impiegheremo un pò più di tempo per perdonarvi il gestaccio che avete fatto. Tra un pò, saremo lì a pregare il Rosario perchè Dio vi tocchi il cuore e vi riporti a casa. Fino ad ora avete scelto di uscire ed aggiungervi al mucchio, ahimé non piccolo, di quelli che hanno deciso di fare guerra a tutto quello che è vero, bello, nobile e santo. Comprese le statue.

d. roberto leoni

 

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