Guadalupe: incontro e unione tra due culture

Conferenza nella parrocchia di Cesano con padre Cecchin

«Guadalupe: incontro e unione tra due culture», questo è il titolo della conferenza realizzata nella chiesa di San Sebastiano martire, sede della parrocchia di San Giovanni Battista a Cesano di Roma la sera di sabato 11 dicembre, primi vespri della festa della Madonna di Guadalupe, patrona del continente americano e delle Filippine.

Qui, nella comunità alla periferia di Roma, ci vivono tante famiglie latinoamericane e ritengo un dono della provvidenza del Padre che questa parrocchia ora abbia un parroco e una sua comunità religiosa-sacerdotale di origine messicana – l’Istituto Servi di Gesù – che, capendo la loro mentalità, le possa accompagnare nella crescita della vita cristiana e nella loro integrazione alla grande comunità multiculturale.

I relatori sono stati padre Stefano Cecchin, dell’Ordine dei frati minori, presidente della Pontificia Academia Mariana Internationalis della Santa Sede e padre Gian Matteo Roggio, missionario di Nostra Signora de La Salette, esperto di apparizioni mariane.

Padre Cecchin, che ha percorso il Messico, ha spiegato la storia di queste apparizioni. All’arrivo degli spagnoli la situazione era molto difficile e complicata. C’era il grande impero azteco con la sua religione propria. Offrivano dei sacrifici umani agli dèi. 

Nel 1531, il 9 dicembre, la Madonna appare a Juan Diego Cuauhtlatoazin (dalla lingua nahuatl: "colui che grida come un'aquila") sul colle del Tepeyac nei dintorni di Tenochtitlan, oggi città del Messico. Juan Diego è un uomo molto umile, vedovo, di 57 anni, appena convertito al cristianesimo. La Madonna gli dice di andare dal vescovo a chiedere da parte sua, di costruire proprio lì un tempio dove manifestare il suo amore, compassione e difesa. Juan Diego va dal vescovo, fra Juan de Zumárraga, (francescano e spagnolo, primo vescovo della allora “Nuova Spagna”) che però non gli credette. 

La Madonna appare di nuovo a Juan Diego, l’uomo le riferisce che il vescovo non gli aveva creduto e che lui era poca cosa per fare questo compito. La Madonna gli dice che lui è il suo ambasciatore, degno di fiducia. Juan Diego torna dal vescovo che gli chiede un segno, una prova. 

Poi Juan Diego trova lo zio Juan Bernardino malato e va a cercare un sacerdote per i sacramenti; evita di passare per il Tepeyac ma la Madonna gli riappare e gli dice: «Ascolta e ricordati, figlio mio, che quello che ti spaventa e ti affligge non conta; non si turbi il tuo cuore; non aver paura di questa malattia e di qualsiasi altra malattia o angustia. Non sono qui Io, tua Madre? Non sei forse sotto la mia ombra e protezione? Non sono io la tua salute? Non stai sul mio cuore e fra le mie braccia? Di che cos’altro hai bisogno?»; anche di non preoccuparsi dello zio che è già guarito, e che la sua benedetta immagine doveva essere chiamata “la sempre Vergine Maria di Guadalupe”, poi gli rimette nella sua tilma delle rose che c’erano lì (malgrado che non fosse la stagione) come prova per il vescovo della veracità delle apparizioni. Juan Diego le porta dal vescovo e quando gli apre davanti la sua tilma cadono le rose e sull’indumento c’è la sua immagine. Commosso il vescovo fa costruire una cappella ai piedi del colle Tepeyac che Juan Diego curava, dove lui pregava e accoglieva i pellegrini e li raccontava tutto sulla “Signora del cielo”. Così il colle del Tepeyac diventa “il Sinai d’America”.

La tilma è fatta di fibra d’agave, usata dagli indios poveri; dura 30 anni si secca e si disintegra, invece ancora è conservata bene lungo quasi cinque secoli, malgrado gli attentati. Su questa tilma si sono fatti tanti studi scientifici e artistici. L’immagine è piena di significato: Il colore della pelle della Madonna è meticcio, segno dell’unione delle culture europea e indigena. La cintura di colore viola scuro è il segno della donna incinta. Mostra che la Vergine è la madre del Dio vero. Al centro del ventre c'è il fiore con quattro petali che simboleggia la presenza di Dio, signore del cielo e della terra, presente nel suo grembo. Il manto verde-azzurro coperto di 46 stelle che hanno la posizione delle stelle di quella notte del 12 dicembre 1531. Dalla simmetria dei raggi e di tutta l’immagine si sono scoperte dei registri di note musicali di una armoniosa musica celeste. La luna scura rappresenta una divinità azteca che potrebbe essere paragonata al serpente. Si è ingrandito l’occhio dell’immagine dove si vedono il vescovo e altre persone che c’erano quando Juan Diego aprì la sua tilma. 

Così nasce il popolo americano credente, con una fede che ha unito tanta gente diversa. Non solo la bellezza unica di questa immagine e la sua conservazione sono qualcosa di sovrannaturale ma soprattutto il miracolo dell’identità e dell’unione tra tante persone e popoli diversi nell’unica fede e amore cristiano, fede tante volte provata in tempi di persecuzione. Grazie alla Madonna di Guadalupe che continua a intercedere per i suoi figli anche al di là della comunione ecclesiale.

José Manuel Torres Origel, parroco

 

Stampa news