«Laudato sii Signore mio! Per averci donato tutto questo tempo: cammino, natura, preghiera e compagni di viaggio. Ognuno con un proprio bagaglio, a volte troppo pesante, ognuno con motivazioni diverse o magari senza alcun motivo e alla fine, forse, abbiamo trovato ciò che non cercavamo...». Percorrendo la Valle Santa nascono preghiere come questa, condivisa da una persona che assieme ad altre ha percorso il cammino di Francesco. Altre preghiere/messaggi hanno tassellato il loro gruppo WhattsApp di gratitudine e di pace per un viaggio iniziato il 23 agosto a Poggio Bustone.
Il Centro Missionario di Porto-Santa Rufina ha organizzato sei giorni di ritiro nella splendida valle reatina per vivere la Laudato si’ visitando a piedi i luoghi del serafico padre: Il faggio, il Santuario della foresta, fonte Colombo e Greccio. Il percorso si è concluso il 28 agosto con la Messa presieduta dal vescovo Gianrico Ruzza e concelebrata da don Federico Tartaglia, direttore dell’ufficio missionario.
Sulla terra di Francesco i passi singoli e differenti di questi viandanti hanno rintracciato un sentiero di creato e fede che hanno scoperto di dover battere assieme. Storie distanti tra loro e ragioni così intime si sono ritrovate fianco a fianco per cercare uno spazio e un tempo personali, e poi hanno compreso di riuscire a trovarlo vivendolo con altri ragazzi e ragazze, con giovani famiglie o con persone più grandi.
Una ventina di persone dai 20 ai 50 anni che ha fatto vita comunitaria, imparando ad accelerare l’andatura o rallentarla nei sentieri della foresta perché tutti i suoi membri avanzassero compatti. Ogni giorno hanno condiviso dei brani dell’enciclica di papa Francesco leggendola alla luce della propria vita e ascoltandola in quella degli altri pellegrini.
Nel Vangelo letto durante la celebrazione del 28 agosto, la parola di Dio ha riassunto nella parabola dei talenti il sentiero di amicizia conquistato quotidianamente dal gruppo. Nel brano della Parola di Dio il rimprovero che fa Gesù a quello che aveva nascosto il talento è quello di non aver valorizzato il dono ricevuto. «In quanto missionario, in quanto capace di portare la buona notizia, egli ha preferito rimanere isolato» ha sottolineato il vescovo durante l'omelia: «E se ti isoli rimani nella morte». Nella bellezza del creato che ha conosciuto la presenza di Francesco l'invito del Vangelo illumina l'aspetto centrale della Laudato si': l'ecologia integrale.
«Oltre all'armonia del creato c'è un'armonia nelle relazioni personali», ha continuato il presule che ha evidenziato la connessione inscindibile tra le due: «L'uomo è inserito in un contesto armonico. Se il contesto è custodito facilita la relazione e se la relazione è custodita ognuno ha cura del creato». È quanto Sant'Agostino, la cui festa ricadeva lo stesso giorno, confida quando racconta della scoperta di Dio che ha sempre avuto dentro ma che non riconosceva.
Quando si riparte da una convivenza intensa come questa è facile che cada qualche lacrima perché ha detto il pastore «stando insieme avete compreso la strada del Signore, quella dell'amore vicendevole. Questo lo scopriamo anche nella comunità, e la comunità è essenziale perché il Signore possa parlare al nostro cuore e dire a questo cuore: "Sii un profeta", rimani proteso verso l'altro».
Simone Ciampanella
foto Simona Barrella (foto 1-9)