Cerveteri, nell’oratorio della Trinità

La visita del vescovo Ruzza

«Hurra!» è il grido di gioia dei bambini della Santissima Trinità. Lo strillano tutte la mattine da metà giugno quando iniziano la giornata di oratorio estivo organizzato dalla parrocchia di Cerveteri. I circa sessanta bambini presenti assieme ai ragazzi del post-cresima e agli adulti che li seguono hanno incontrato il vescovo Ruzza giovedì scorso per un saluto. Il pastore ha incoraggiato gli educatori a continuare in questo servizio prezioso per la crescita della comunità.

Dal lunedì al venerdì dalle 8 alle 13 lo staff guidato dal parroco padre Mario Vecchierelli, il suo vicario padre Martino Panseri e a padre Pietro Ceroni accoglie i piccoli con un momento di preghiera. Poi di corsa in gruppi ristretti di gioco per garantire il rispetto delle disposizioni anti Covid-19. Dalla lavorazione della ceramica alla trasformazione della carta riciclata, passando per il corso di cucina dove più piccoli preparano delle pizze e dei dolcetti.

Ognuno può trovare la strada per esprimere la sua creatività. «Abbiamo impostato il gioco come uno strumento per educare ed essere educati» commenta padre Vecchierelli, la cui congregazione della Sacra Famiglia di Bergamo ha la cura pastorale della comunità. Il sacerdote registra le difficoltà seguite alla pandemia nell’esperienza dell’oratorio e delle attività per i più giovani «ma non ha impedito di vivere in comunità e in amicizia».

Anzi, sottolinea, la parrocchia, ha cercato di spiegare che «il rispetto delle regole in vista del bene comune non lede la libertà personale ma aiuta a vivere in serenità insieme come una famiglia». Tra le attività proposte gli educatori hanno programmato per ogni mattina delle gite culturali a piedi in città visitando alcune delle ricchezze storiche del patrimonio cervetrano.

Certo, le attenzioni per evitare il contagio hanno richiesto un grande impegno organizzativo e un’attenzione maggiore in ogni singola azione, oltre ad aver implicato una riduzione dei posti disponibili in oratorio rispetto ai numeri degli scorsi anni. Ma, conclude il parroco, «ci siamo tutti impegnati perché volevamo continuare a offrire una risorsa considerata fondamentale dalle famiglie durante i giorni di vacanza dei figli».

Rolando De Cristofaro

 

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