Davanti all’icona di Santa Maria in Celsano le religiose e i religiosi della diocesi di Porto- Santa Rufina hanno pregato per la fine della pandemia il 29 maggio. L’annuale pellegrinaggio della vita consacrata ha fatto tappa nel santuario della Madre della consolazione. Molte le rappresentanze degli istituti femminili, solo alcune di quelli maschili.
Al Rosario meditato hanno partecipato anche i fedeli della comunità di sant’Andrea apostolo nel cui territorio si trova la chiesa. I misteri della gioia sono stati recitati in diverse lingue. Un segno dei molti carismi presenti nella Chiesa portuense e del camminano fatto assieme per essere uniti nelle differenze. Secondo gli ultimi dati gli istituti femminilisono 73, di cui 72 in diocesi e uno fuori con 608 religiose. Gli uomini consacrati sono invece 134 di cui 66 sacerdoti con una presenza di 24 istituti, alcuni dei quali hanno affidate comunità parrocchiale. Le segreterie Usmi e Cism e i membri del consiglio dei religiosi, organizzatori della liturgia, tessono da anni relazioni di conoscenza reciproca attraverso iniziative di preghiera comune e giornate di formazione per condividere il programma pastorale della diocesi.
Alla fine della preghiera la segretaria Usmi suor Giuseppina Teruggi assieme a membri del consiglio ha donato un ricordo ai religiosi che nel 2021 festeggiano i loro i Giubilei. In conclusione padre Aurelio D’Intino, segretario Cism e delegato per la vita consacrata, ha portato il saluto del vescovo Gianrico Ruzza e ha espresso a nome di tutti i consacrati la gratitudine al vescovo emerito Gino Reali per l’attenzione alle famiglie religiose nel suo servizio episcopale.
Usciti dalla chiesa i religiosi accompagnati da don Roberto Leoni, rettore di Santa Maria in Celsano, hanno visitato il recente museo del santuario, dove sono conservati i ricordi di una comunità che per secoli ha scritto la sua storia e trasmesso la fede sotto la protezione della Vergine