Costruttori di comunità

Il vescovo Ruzza conferisce il mandato ai ministri straordinari della Comunione e ai lettori

Nel ciclo triennale del mandato diocesano ai vari servizi e ministeri laicali dei tre ambiti principali della vita cristiana, carità, catechesi e liturgia, quest’anno hanno ricevuto il riconoscimento vescovile i ministeri liturgici. Con particolare considerazione per i ministri straordinari della Comunione e i lettori di fatto.

Per gli stessi l’Ufficio liturgico diocesano aveva organizzato una serie di dodici incontri cadenzati nei mercoledì di Quaresima e del tempo di Pasqua. Di questi, i primi cinque sono stati rivolti anzitutto a quanti avrebbero ricevuto il mandato per la prima volta e hanno trattato argomenti di base, quali il tema della ministerialità nella Chiesa e la struttura della celebrazione eucaristica.

Nei restanti sette incontri dopo Pasqua, la proposta si è concentrata sulla specificità della terza edizione italiana del Messale Romano. Scandagliando in successione le varie parti che lo compongono: ordinamento generale, collette, lezionario, prefazi e preghiere eucaristiche. La serie di appuntamenti è stata avviata il 24 febbraio dal vescovo emerito Gino Reali e conclusa il 19 maggio dal vescovo di Civitavecchia, Gianrico Ruzza, amministratore apostolico diocesano.

Quest’ultimo ha presieduto la celebrazione eucaristica di Pentecoste, domenica scorsa, nella quale tali diversi operatori dell’ambito liturgico hanno ricevuto il mandato ufficiale e la benedizione per essere costruttori di comunità cristiane, assieme ai loro rispettivi parroci. Quest’anno hanno presentato domanda per tale riconoscimento ben 200 ministri straordinari della comunione e 107 fedeli che svolgono il servizio di proclamare la Sacra Scrittura nelle celebrazioni.

Con questi numeri, era inevitabile che la cattedrale di La Storta si riempisse al massimo della sua capienza in tempo di norme sanitarie anti-covid, con persone che sono rimaste sul sagrato. Una solenne liturgia guidata con sapienza pastorale dal vescovo Ruzza, con un’assemblea consapevole, attenta e pienamente partecipe, aiutata in questo dalla passione con cui il coro della cattedrale ha animato la preghiera.

Il presule col suo stile tipicamente “romano” approntato alla proverbiale “concinnitas” latina, ha saputo mettere in risalto gli elementi essenziali della celebrazione, interagendo con l’assemblea in una bella empatia, oltreché suscitando un’efficace circolazione spirituale. Il vescovo ha spiegato che l’azione dei fedeli non va pensata tanto come volontariato, ma come testimonianza del servizio, che è radicato e trova forza nella vita spirituale.

È infatti lo Spirito Santo di Dio a sostenere i discepoli di Cristo nelle fatiche, perché egli è il mediatore che fa sperimentare all’umanità l’amore di Dio. Nella relazione tra le due mense, quella del pane e quella della parola, i lettori e i ministri straordinari della Comunione devono sempre rimanere in ascolto di Gesù Cristo perché è lui a dover essere al centro del servizio che affida loro la Chiesa. È il caso di dire: chi ben comincia è a metà dell’opera… e qui si tratta di “un’opera” divina che questi operatori parrocchiali sapranno portare avanti per tutto il triennio del mandato con devozione e consapevolezza di fede. Come strumenti di Dio.

Giuseppe Colaci, direttore Ufficio liturgico

 

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