Dal 13 maggio fino a domenica 23 maggio la comunità di Santa Rita nella periferia romana di Casalotti ha celebrato la sua patrona, con più serenità rispetto allo scorso anno nella fase più acuta della Pandemia. L’intenso programma liturgico è iniziato con la recita del Santo Rosario in piazza Ormea, luogo dove la gente del quartiere si incontra, chiacchiera, discute e gioca ed è lì che la parrocchia ha voluto iniziare perché è lì che c’è il Signore.
Il parroco don Lulash Brrakaj ha aperto il triduo di preparazione il 19 maggio chiedendo alla comunità una preghiera costante per la fine di questo tempo di prova segnato dalla sofferenza di molte persone. Il giovedì don Lorenzo Gallizioli, vicario foraneo, ha portato il saluto di tutta la vicaria di Selva Candida. Venerdì c’è stato un momento significativo per il quartiere, don Alberto Mazzola, delegato ad omnia, ha inaugurato la nuova biblioteca parrocchiale che è stata intitolata a don Armando Curzi, primo parroco di Santa Rita. È stato un sacerdote amato veramente da tutti per la sua tenacia nel realizzare le cose ma soprattutto per l’amore verso Dio e verso la sua gente di Casalotti: è grazie a don Armando che si è potuta costruire l’attuale chiesa.
Nella vigilia di Pentecoste ha celebrato la Messa il vescovo emerito Gino Reali, molto legato alla santa di Cascia, il presule ha sottolineato che attraverso l’esempio di Rita possiamo imparare a riconoscere l’amore di Dio in ogni momento della vita e a essere obbedienti al suo progetto su ognuno di noi. Domenica, giorno della memoria della santa, la mattina ha presieduto la Messa don Antonio Coluccia, fondatore opera don Giustino onlus, e nel pomeriggio il parroco don Lulash ha portato in processione con il furgoncino la statua della protettrice per le vie della parrocchia, senza presenza di popolo per evitare assembramenti.
Nella Messa dopo il rientro in chiesa, il parroco ha parlato della necessità di riprendere la strada di Dio, che è la strada dell’amore e della pace e dell’obbedienza. La strada che nel giorno della Pentecoste dobbiamo poter seguire è quella della grazia per la discesa dello Spirito Santo. Santa Rita, ha concluso il parroco, ci dimostra come riconoscere e accogliere i doni dello Spirito Santo, rivolgendosi poi ai giovani della comunità li ha invitati a lasciarsi guidare della luce dello Spirito e dalle verità. Ha poi richiamato l’importanza di essere comunità nella fratellanza sull’esempio di Santa Rita che ci insegna ad essere forti nella fede in Gesù. La benedizione delle rose e delle famiglie ha concluso la festa, organizzata grazie alla passione di tanti, con l’augurio del parroco che la celebrazione della patrona sia sempre di più ogni anno un’esperienza di fede e di memoria storica che cresce.
Gianfranco Bafundi
(foto Barba)